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27.10.15

Malinconia sottile...

"Nevrosi, lenta..."

Eravamo ad un passo dal mondo
Succede cosí quando ci si innamora
Poi il ritmo costante del tempo
Ricordi quell'alba a Brisbane? O la luna sopra a un mercato del pesce a Bari? Era pura poesia
La piazza di Trieste da dove si sentiva il mare, sulla pelle e nel naso
Il dockland di Londra e la vista dalla Tate, in tutti quei posti dove sono stata con te e non sono mai stata.
Mi sembra di sentire ancora la tua voce, quella dei racconti e quella della passione
Delle tue carezze timide, delle tue lontananze infinite
Dei silenzi di anni, dei miei sogni costanti
Eri tu, solo giovinezza, o amore per la vita?
E' qui, ma non la respiro, tutta quella gioia.

21.9.15

#Summertime

Per me l'estate e' l'Italia, da qualche anno essendo expat, dall'altra parte del mondo dove questa eterna estate non e' la mia estate.
Non e' il mare nella riviera romagnola e non e' il fiume o la montagna;
E' stato bello vivere tutto come qualcosa che si aspetta come per un bimbo il Natale, ed e' stato bello vedere cosî tante cose, con i miei occhi e con quello delle babbuine, soprattutto Viola che ha nostalgia dell'Italia e ne parla sempre e sempre vuol sapere dai nonni cosa succede, quando viene la neve, quando e' giorno e' notte, e quest'estate coi miei occhi, con i suoi occhi:
La casa della mi infanzia- adolescenza e' una casa al "confine dei ricordi, la stessa sempre come tu la sai.."
Per Viola: e' la casa dei nostri sogni, possiamo abitarci tutti insieme e avere un frigo enorme.
Il mare, la Romagna, gli ombrelloni a strisce, la brezza della sera, il calciobalilla.
Per le babbuine: il mare e' casa di Simone, il ghiacciolo e la granita.
La casa dei nonni, per me e' il piccolo studiolo col camino e i libri di Andrea, la cucina che ho disegnato, e tanti pomeriggi alla fine felici.
Per loro: e' cartoonito totale, la dispensa piena di ogni bendidio italiano e la bicicletta, questa cosa ancora con le ruotine!
Il centro di Imola, per me e' tutto: le strade, il profumo, le campane, i tetti, la gente che ti saluta e non ti saluta, l'edicola,il fornaio, incontrarsi in piazza, per caso, sempre.
Per loro e' la pastina e il caffe' da mescolarmi.
Imola, l'italia, per me sono i colori e le luci che profumano di sole, che hanno tutto un altro odore d'autunno e d'inverno un altro, e primavera un altro ancora. Ma io vedo solo l'estate, torno solo d'estate, il resto e' ricordo antico e malinconico ancora.
Siamo stati a casa di mia cugina che ha un'azienda agricola, e la campagna, i girasoli, i filari alti del mais, per Viola e' una casa dove fanno marmellate e dove in ogni stanza c'e' un gatto! Vero,
Siamo stati a Ischia, e lí il mare e' troppo freddo! Per me e' il profumo dei limoni e i faraglioni di Capri visti da una barchetta.  E un cielo di stelle grande, che aspetto per un anno .
Sono stata al lago Maggiore, con un treno passando davanti all'Expo, in una stazione liberty davanti alle isole Borromee e un'aria salmastra e un silenzio sovrumano la sera, e sapori idilliaci.
Ho sentito la musica da un fosso di erba medica in un'arena di balle di paglia, con un cagnolino bianco in braccio a Penelope e luci del tramonto che ci hanno avvolto lungo i filari tra la musica e le lucciole che non vedevo da anni.
Sono salita per le scale del tuo palazzo, ho visto i rondoni ultimi voleggiare tra i tetti, ho visto la sera arrivare piano e lenta fino al suo culmine, nell'ora blu impastata di notte con la luce consueta della luna a farci girare scalzi, in un'altra estate crescente e calante.
Ho perso il conto delle parole che rimarranno sempre, e dei sorrisi per chi neanche li chiede e invece tu li dai, come fosse niente. 
Poi siamo partiti ed e' rimasto tutto uguale, e ancora mi fa sognare tutto, come una estate.

17.9.15

Ele, my friend

E' la mia meta' di Singapore, e' emiliana e mi guarda da romagnola;
Direttamente dalla terra delle tenebre, Carpi, la persona piu' solare che abbia mai conosciuto: Eleonora (Emily) nel mio watsapp, da quando all'estero un italiano si distingue anche per la sua regione.
Lei poi di Emilia c'ha poco, salvo che si porta il salame della Clai in valigia nella Singapore airline, mangia solo il prosciutto di Parma e lo gnocco fritto se lo fa in casa la domenica.
No, non e' fighetta, diciamo che e' il contrario di una vegana, una carnaia insomma, e se la porti fuori a cena l'importante e' che ci sia nel menu' un angus dell'Australia e dello spumante Veneto...altrimente storce il naso.
Infatti ci siamo conosciute per benino alla presentazione dell' opera d'arte "La Monnalisa giovane" un 'opera presunta dello stesso Leonardo e lei, che somigliava addirittura al quadro per me con i suoi capelli mori e un sorriso malizioso, si inforcava la bocca con Parmigiano e stuzzichini dove l' inaugurazione del cattering era italiano.. Dai vassoi d'argento passavano poi, queste flute luccicanti e tra un tubino bianco (lei) e uno a righe (io) e sette otto spumantini, sono volate tutte le confidenze e i fuochi d'artificio a cui siamo abituati a Singa, dell'inizio di una amicizia che e' scattata e voluta in un attimo, anche se la prima prima volta non sembrava un idillio: Alla scuola Canadese delle nostre figlie:"Ah sei italiana! Si, ah e cosa fai? La Statistica..Ah ecco (Se sapessi cos'e', ah ma questa e' una nerd, eh che fighetta, ma si mette un tubino nero alle 10 di mattina..guarda come se la tira sta spilungona!) Ah sei italiana! E Cosa fai? ( emhh la pittrice, beh ho 3 bambine...Osta che sborona, avra' pensato, perche' ha 3 figlie non lavora)
Ma poi col cognome di suo marito che si ritrova: "D'amore" ma come si fa a non volerle bene, e non e' mica cosí puntigliosa come una che ha fatto Statistica in Via Zamboni, dall'altra parte della strada da dove facevo io l'Accademia, era destino che poi anche ora la strada che ci divide e' a meta' di Singapore.
Emilia-Romagna e ne ha passate anche lei prima di ritrovarsi qua nell' Asia meridionale, da che si era spostata a Imperia per lavoro molti anni prima e dove ha trovato l'amoooooore, grazie anche alla Ingrid, la testimone fidata che ogni tanto ci viene a trovare; altrimenti stavi fresca a "sistemarti" quando nella terra delle Tenebra della nebbia Padana andavi a Bologna d'inverno come Morticia Addams e il walkman nelle orecchie ascoltando Ligabue e Marilyn Manson, o a farti corteggiare dal dj figo del Papete accompagnata dalle amiche della Val Correcchia..eh, ci voleva il genovese doc, con una bella pasta al pesto a farti girar la testa e il mondo!
Guarda io da te ho solo sorriso ogni volta che ci siamo viste, anche avuto dei bei mal di testa, vomitato tutta la notte, e fatto le 4 nelle top discoteche di Singapore, e di solito devo scappare via altrimenti mi trascini a fare un bagno in piscina vestita...Ma poi c'e' la Angie che ti da man forte, e per fortuna che c'e' anche lei tra noi expat "disperate".. Si fa per dire, con te ci si gode davvero la vita..
Quando siamo single la domenica con le bambine, le portiamo al Grand Hyatt a fare il brunch, 180$ a capoccia e in un buffett con aragoste, caviale e salmone tu ti mangi solo  i formaggi francesi e i beverini francesi, soprattutto, che passano ininterrottamente..
In vacanza:  Bali, Philippine, Tailandia, spremute d'arancio in bicchieri di cristallo, ma quando viene la mamma la porti in Cambogia! A giugno con 56 gradi, ma poi ieri mi hai detto "devo risparmiare"
Se l'anno prossimo davvero mi lasci per quel di Firenze, e lí le fiorentine non mancheranno, e il prosecchino risparmierai di molto, la mia vita pero' non sara' piu' la stessa!
Sei veramente un'amica! Di quelle vere!





27.4.15

Poema d'amore. Anniversario

Ricordi quando l'unica volta della nostra vita dormimmo insieme in una barca?
Il porto dentro ci cullava e il mare veniva dalla notte che era gia' giorno
Io ci porto dentro la mia memoria
Coi piedi nudi di quell'alba nella sabbia e nei vestiti bagnati immersi nella giovinezza
Sbocciavamo insieme, ci innamoravamo ma non lo sapevamo
Il tuo respiro pesante nel sonno, apriva i miei sogni, immaginando di poter venire con te in un tuo lungo viaggio
Avevo la mano sul tuo petto che ti toccava fino in fondo.
Sentivo il mare sotto a gorgogliare e i tuoi pensieri abbracciarmi, perche' ero lei, la tua isola a cui avevi messo l'ancora
Si aprivano piano i tuoi occhi su di me e pochissime parole al mattino anche se era tardi
Eri sempre e sei sempre stato da solo, solo avventure del mare e dove ti porta il vento; ma con me rimanevi quella estate prima di ripartire, e rimanevi a primavera e per vent'anni ancora navigando lontani ci ritrovammo coi fiori di pesco il 27 Aprile.
Subito non mi vidi, e non mi volli scoprire, finche' la luce della luna che camminava con noi e nella tua bicicletta nera, ci trovo' amanti scarlatti come sui gradini del teatro.
Fu quello il bacio piu' romantico della mia vita
Stupivano come venivano fuori le parole dalla tua bocca, uscì fuori da solo il mio nome, come un ti amo.
Così oscura la tua bellezza, senso e apparenza fantasmi nel tuo sguardo immenso
E d'un tratto il mio cuore si affollo' di tutti i dubbi di una vita, ormai lontana e deserta.
C'era un vento che a raffiche m' imbrigliava i capelli nella tua pelle, avevo sete nei vestiti e nella
sciarpa dipinta di un viola brillante
Mi hai detto che ti piaceva e che ero sempre bellissima.
Tu, sempre sei solitario e animato come le vele appuntite dell' Opera House.
Rimanevo in una giostra senza fermarmi dalla testa alla notte illuminata.
Come gocce di rugiada sulle rose della primavera facevamo ancora mattina, sulle note di un mare sentito ormai solo da una conchiglia dopo un viaggio
E mi confessasti di aver pianto di gioia, quando al mare quel pomeriggio ritornavano le nostre vite
Come in un destino musicato
Si scarico' il peso delle ragioni, in una tenerezza pura, come fossimo due bambini dalle guance arrossate
O come il fiore bianco che nasceva da un bulbo solido e da radici profonde
La strada si riempiva di nuovo delle luci e del tuo amore, del mio amore, dei vicoli per arrivare da una strada decumana in un cardo di un balcone medievale, sulla tua bocca ancestrale.
E il tempo, l'alta marea, la pianta della citta' e il sole che si schiude sulle nostre mani amore, non ci ha portato via la nostra voglia di vivere, anche se siamo così lontani.
Tutto ci riconosce poesia, le nostre anime sono nate dalla nostra amicizia pura, dalle lettere che mi hai scritto con delle rose, e dai sogni che hai seminato via per il tuo giardino.
Conosciamo il segreto del mondo, il suo scrigno odoroso e prezioso, la primavera dolce e' il nostro inizio e il nostro campo di sole.
Questo mare ci offre il cielo, e i canti degli uccelli all'alba della tua mezzanotte, dove ogni volta spero di raggiungerti per sentire ancora il tuo respiro su di me.
Dove quell' oblo' taciturno che incornicia la nostra citta'
sveglia sui tetti e suoi coppi di gocce e di antenne, di palazzi e di campanili, di piccioni che mormorano il tuo amore nelle tue lenzuola di un nido
Ci cerchera' ancora quell'aria di primavera che sa di mare e culla di volutta', sulle tue mani, sulle mie mani.
In mezzo alla luce del vento, sciroccare tutti questi pensieri accesi come lampade che ti porti anche in barca, come la luce di una stella polare a guidarti, ad amarti per quel che fa a me così di un sogno, immaginarti




25.4.15

Da Platia Omonia

C'e' un posto dove una rotonda non piu' vecchia di un decennio, scandisce il rumore e un traffico di marmitte taroccate dal 92 al 2001; di clacson dei "tariffas" gialli, dei lavori eternamente in corso, dove pendevano le mura la dove si vede l'Acropoli e in tutti i punti di quella citta' ideale,  si vedeva l'Acropoli.
 Anche se mescolo la storia, di chi ci ando' 40 anni fa in viaggio di nozze, cioe' coloro che mi diedero la culla e i miei passi di 15 anni fa, sulle rocce che al sole di marmo brillavan di rosa.
E il manto di cielo di quell'ora lì, io lo avro' incorniciato nelle pupille sempre, come l'ora piu' viva della mia vita, dove sentivo addosso quell'onda di luce che mi buttava sempre in un mare infinito e grandioso.
C'erano gli alberghi tutti, quelli dei turisti, c'erano le case basse e chiuse, con una lanterna accesa se la "casa" era aperta.
Questi alberghi e Grand Hotel mi avevano sempre affascinato, e immaginavo di lavorarci dentro, di parlare il greco col quel tono armonico e cantato o di essere un'altra moltitudine di persona che passava in quella piazza, si mangiava una tiropita al volo sopra a un motorino, vendeva valigie di pelle falsa e ti rincorreva per farti il prezzo buono, o una donna dalla pelle di ceramica dai tratti orientali e un fazzoletto di seta rosso al collo che sembrava scivolarle come un drago a chinatown.
L'hotel Parigi era una bettola a tre stelle, per lo piu' per studenti, italiani, spagnoli, inglesi; e ogni drakmes sbattuta sul bancone tra le bandierine greche, aveva fatto il giro del mondo, nei sogni di Ulisse e di alcune sirene, che da un'isola all'altra si ritrovavano nel caldo implacabile e ancestrale di Atene, sulla strada del porto e del mare.
Quanti estati, di quelle che ti cambiano la vita, si incrociavano sugli stessi passi, nel filibus scintillante dalle sedie di legno che sembravano elettriche; fin sotto alle piastrelle della metropolitana post decò verdi e anni settanta, dell'unica linea, prima delle Olimpiadi.
C'e' chi c'era andato con la cinquecento ad Atene, passando per la Juguslavia, e aquando si chiamava ancora così; con la musica e l'allegria spietata degli spari dei Balcani, le nuvole di piombo di certi giorni che avevano ammazzato Panagoulis, per un'altra strada, dove abitavo io, per Agios Dimitrios.
Così tante rose, ogni giorno, perdere petali di sangue di gioventù rubate di bambini ad offrirti un sorriso puro anche se orchestrato.
Il vento caldo, la pelle calda e una luce che io ricollego nella mia mente e nel mio cuore, solo ad Atene, quella che ti prende per pazzo, a quarantacinque gradi nella piazza, platia Omonia, che aveva anche le palme a Natale, e lucine sgangagliate tutt'uno con i lampioni dell'elettricita' e le palline florescienti dei pachistani a vender ai turisti.
Che caos e che infinito groviglio di pasticci e odori, colori e crocevie.
Ah, come mi manca tutta la matassa da sfilare, ora che e' così facile avere un orgasmo malinconico.
Una perla alla volta, e squame cangianti di quelle code di sirena, canti e santi per ogni giorno e per la Pasqua, dove ogni volta rinascevo da una barca.
E c'erano i gabbiani al mercato, con l'odore del mare su un piattino del caffe' con le onde di sabbia da gustare piano.
Il canto delle cicale, dove mai piu', in qualsiasi mondo, potro' mai riposare così bene come quei pomeriggi lenti.
Dove immense braccia di un ulivo mi tiravano i capelli lunghi, col profumo di resina, anche le mie labbra imbevute di vino divino, e di retzina.
E i tuoi dolci mielosi e turchi, da quel Bosforo ventoso e dai mille tesori, ancora brillano negli occhi di chi mi amava; sopra a una barca colorata e dalla vela di seta, brillare al sole.
Non ti direi mai addio Grecia, perche' mai ti ho lasciato sola a tutta la tua bellezza; e in questi pomeriggi lontani e orientali e sovrumani nella nostalgia, mi piace riviverti tutta dentro per non perderti.




24.4.15

Quei giorni a Bologna

I locali gay a Bologna sono sempre stati i migliori, il Cassero, quand'era ancora a porta Saragozza il Kinkii il mercoledì, il Vipera...
Vip..era, negli anni 80 era un autentico covo di vip e di gente "avanti" tra righe, travestiti, ore della notte che assolutamente eran mattine, la palla slumante di luccichii.. Of course.
Negli anni 90 ci sono passata anch'io, per un paio d'anni e qualche remember di quegli anni.
Non so se esiste ancora quella disco, si parcheggiava dietro a piazza Maggiore, non so come arrivavamo con la mia panda nera 750, dietro la piazza e spesso sì, ci vedevamo l'alba.
Ma lì dentro erano gli anni 80 e non solo gli echi, c'erano ancora gli intellettuali di Bologna, ci passava Lucio Dalla, ci passavano quegli avvocati che di giorno eran nei loro Armani impeccabili e la notte ballavano Madonna nelle luci psichedeliche di quella fuori Bologna nel cuore della sua vita.
Si passava tra il bancone illuminato fuxia, con l'odore del gin e del rum con la coca cola, giovani bellissimi giovanissimi adoni con la pelle di pesca e la bellezza di ermafroditi.
Chi ha il pene, e anche una vagina mentale insomma, ha poteri smisurati.
Io avevo gli amici, ed era come viaggiare nel tempo e tornare indietro per l'autostrada della stretta vita di provincia che poi era il nostro soffice nido dove sognare di esplodere in quel tempo, e senza di esso non potevano starci i sogni e quindi meglio stare con le spalle al muro per poter sognare.
La prima volta che ho visto i miei amici baciarsi liberamente davanti alla gente mi sono innamorata anch'io, dell'amore e di quello che poteva significare nella vita; essere liberi di andare contro le convenzioni, provare sentimenti che non sono status e gioie che vanno al di sopra di quello che vediamo. Poi mi hanno chiesto se c'ero rimasta male, e non sapevo come spiegargli che mi avevano fatto entrare dietro una piazza alla luce del sole, dentro a un mondo di bellezza umana.
Il giorno dopo mi svegliavo alle 2 di pomeriggio, c'era lezione all'Accademia alle 4, mi compravo le sigarette assolutamente finite la sera, al bar della stazione con la faccia da brava ragazza, i ray ban scuri, e un mondo dentro.
Lezione con Cioffi, uno dei miei amori mai corrisposti; le mie decine di lettere anonime spedite in quella via famosa, di artisti e musicisti, quella parte vibrante di Bologna che esultava di buskers coloratissimi, dei Balkani, delle Americhe, dai dread nei capelli, l' odore di fumo, di incenso, di punkabbestia, di poeti dietro i portoni, di tag nel muro, di graffiti verso la stazione.
Ecco un'amore mai incontrato, che dopo anni ho rincontrato proprio sul treno, mentre andavo in Austria con gli innamorati dell'Opera e della musica.
 E ho cantato tanti amori quelle notti, e tornando indietro ricordavo con tenerezza che per citare la canzone, passeggiammo davvero al Portico dei Servi per Natale;
Sento ancora tutti gli odori, e le immagini di ogni strada che ho tanto solcato, con passi incerti da dopo discoteca, al mattino, quando mi andava sempre di passare ad aprire quella finestra da cui si vedono i canali, prima di andare all'Accademia.
Ricordo l'odore del caffe', il suono per macinarlo che stoppa la musica e le chiacchiere della folla, per qualche secondo e gli occhi guardano assenti la fessura della finestra da cui serpenteggia il primo sole.
Dopo la nebbia di tante mattine, dove al mercato di via Clavature i frutti e le verdure son come organi   Puliti dal sangue che si mostrano perfetti palpitando.
E un cane ha sicuramente fatto i suoi bisogni sul muro, e i tortellini dorati nelle vetrine son fatti da mani grinzose, piene di cuore.
E in Via Paolo Fabbri e in osteria mi ci portasti piu' volte col maggiolone e il suo suono agguerrito, e nel suo ventre c'era l'amore tenero della giovinezza che abbiamo sicuramente perduto.
Perche' una strada lontana ha separato il giorno e la notte e il nostro tempo stringe. 

22.4.15

Il mondo parallelo

Io ho sempre un mondo parallelo
Solo che non pensavo di fare parte di altri mondi paralleli
Sono la password infame di qualcuno che mi ha amato ed odiato
Sono il vestito a righe che mi hai detto che ti piaceva
Sono me in questa parte del mondo con la pelle che ha il dolore di un tatuaggio perenne.
Sai quali sono i miei fiori preferiti? Il colore della mia sciarpa, quanti figli ho, dove viviamo, cosa abbiamo fatto in questi anni?
Ti ho cercato in questi mondi e nel mio stesso ho cercato di sovrapporti inutilmente.
C'e' un'isola davanti a me con le navi di ferro sgranocchiato, fanno cosí paura quanto galleggiano sull'acuqa come un gatto disteso al sole.
Ci sono panni stesi e foglie stese e gabbiani e mari di echi di mare.
Sono all'estrema landa di terra di Singapore, ci sono le reflections dell'acciaio sulle barche ora dondolanti.
Dove sono i tuoi occhi chiari che fan contrasto col cielo grigio e il sole del tuo volto?
Ho cosí cercato di non pensare a te oggi, in tutti i modi. Tutti.



2.4.15

In rotta..





Perche' il mare porta via ogni dolore, nell'infinito suo gettarsi, rifarsi e spumeggiare, come se un sogno potesse ricominciare ancora.
Come si fa a non amarti? A rimanere dall'altra parte, dove non c'e' la tua carica, il tuo sale, il tuo
profumo,la tua brezza, la tua corrente, la tua luce in milioni di gocce.
Va bene anche se e' burrasca, ne vale la pena, di salir su quella barca, che quieta veleggia e poi s'impazza e mi colma e mi calma..
Australia di questa impasse, nelle lunghe ore del tuo poetico andare e tornare e venire.
Come una bomba dentro il mare, in profondita', in un'esplosione sorda e lungimirante.
Magari, fosse destino, il nostro prenderci e portarci via, da un'isola alla Corto Maltese, dove tengo in braccio un bimbo in fasce, con gli occhi che mi brillano, pensando se fosse nostro.
E poi tornero' senza fermarmi, abbandonando il viaggio, senza aver viaggiato, mai.

30.3.15

Giorno


Grazie per questa alba nello stesso tempo e nello stesso posto.
Noi che siamo un non tempo e non luogo come la nostra storia e come un aereoplano
Di un cielo che si e' aperto poco prima che arrivassi e ha cambiato i colori di minuto in minuto, anche se il tempo era poco e una corsa in taxi e solo pochi compounds and mixtures di case vittoriane, china town e il river..
E' in un attimo che arriva un temporale, che i toni si fanno cupi, dopo uno sprazzo di sole, aver guardato in alto ed essersi sentiti unici in un posto che e' bellezza e idea e sogno di qualcuno, che e' costato un bilion come dice il taxista, e il tempo fa tic tac, e un' altra vita che deve continuare..
Ma se pensi che dimentichi tutto questo, come si dimentica un'alba, no, non lo faro'.
In quei momenti prima dell'alba e con gli occhi chiusi di una abbraccio dove si sente tutto; e' stara' tutto qui, nell'ombra e nella luce di un sogno..
In questo non tempo, in questo non spazio dove siamo stati oggi, persi nei fusi orari, nelle orchidee e in tutti i fiori sbocciati.



16.2.15

Otello nel cuore

Davvero, quanto ricordi.
20 anni.. Non avevo neanche 20 anni quando ha aperto ed e' diventata la mia seconda casa, una famiglia strana e bizzarra fatta di tipi folli e normali. Una famiglia "Ozpetec" una vita e gli amici.
Mi sembra tutto così lontano, ma anche così dentro al cuore.
Una cornice dorata da cui sono passati tutti i miei sciagurati amori, uno specchio dove passavo ore a fumare e a bere, parlando della vita senza un domani.
Otello come Antonello e il martini cocktail.
Otello dalle vetrine sognanti.
Elvira che mi vuole un bene.
Le facce che sono invecchiate li, come la mia.
Chi non voleva invecchiare, i quadri e i papillon..
Ho bevuto piu' sguardi che drinks pero' in questi 20 anni, e li ho dentro al cuore.
E' la fine di un'era, come di un amore.
E' stato un momento, dove c'era tutto, c'era la giovinezza, la bellezza pura, l'amore che combaciava e viveva di empatia, e come tutto, quel momento e' passato; senza che proprio ce ne accorgessimo.


12.1.15

Luce dei miei occhi

E il cielo..e' difficile raccontare la fantasia del cielo, quello di quel giorno cambiato in ogni strato di tempo.
Dall'azzurro puro del pomeriggio, al blu che sempre cogliamo raro come una purezza, con anche una stella cadente tra i grattacieli, in quel lunedì sera.
La luce, sulle prospettive alte, un cielo formato dalle punte di quegli iceberg grigio blu, fino al nero cilestrino che si staccava da quella contorta sponda di luogo, così pieno di tutto per una volta in quel mondo.

5.1.15

Inverno

Mi hanno detto di te cara Imolina, che ieri eri sedotta da un sole bellissimo dopo una fioccata di neve.
Mi hanno detto che sui tetti si scioglievano quei baci bianchi ancor prima di posarsi
E il mondo dall'altra parte con un equatore stanco piangeva solo ininterrottamente.
Brillava di tuoni, al massimo, rompendo il silenzio lungo, il brusio costante.
Un silenzio pieno di parole, di sogni e anima.
Mi hanno detto che la luna era piena di te.


"Viene Gennaio silenzioso e lieve un fiume addormentato, tra le sue rive giace come neve il mio corpo malato
Sono distese lungo la pianura bianche file di campi, son come amanti dopo l'avventura neri alberi stanchi, neri alberi stanchi.