Translate

22.12.08

"Beppe u poeta"




Davanti all’imbarcadero per l’isola di Mozia, giù nella punta tra Marsala e l’Africa, c’è un poeta che spacca i cuori delle pietre. “Beppe u Poeta” lo chiamano, con tono leggero, i suoi compaesani, noncuranti delle pesanti pietre che ogni giorno per 8 ore Beppe scolpisce, con poesie in siciliano o con un italiano straziante e malinconico.
Tra le saline e un vecchio mulino, tra uno specchio di cielo e mare, lui arriva con una VW Polo Best Seller degli anni Ottanta, ripiena di carta di giornale, attrezzi da fabbro o maniscalco o chissa cosa, come in un presepio. Con pietre locali, scelte accuratamente, ti dedica una poesia, scolpisce una lontananza, per un turista o un curioso e per raccimolare qualche soldo di poesia.
Anche il suo volto è come un sasso, liscio e ruvido a tratti, scolpito dal vento, dal sole, dal sale.
Una pietra dove tutto è nascosto e rivelato, con una parola o un segno o un’opera d’arte, come quel piccolo sasso smussato e triangolare che ricorda la forma della Sicilia e in cui ha suscritto “ Sicilia Bedda” o il sasso uomo che enuncia “Sto sognando”, mentre una delusione, scolpita con rabbia e proferita con voluttà ci dice “Non pensavo finisse così” e le parole seguono il profilo di una donna prosperosa e dai capelli arricciati.
Il senso della sua poetica e il trasporto nella sua arte, nella sua Sicilia e nelle pieghe della sua vita, viene espresso così fortemente nella prima pietra che ho trovato “Questo paese è come il tuo, solo che qui ci sono io il poeta Beppe Genna”