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15.12.13

Amed, un posto

L'impatto con Bali e' una scia di motorini pazza illuminata e contorta per  la strada tra Denpasar e Candidasa, verso est, dove andiamo noi, ad Amed, villaggio dal nome turco, villaggio di pescatori, di baracche di paglia, legno e mattoni che sembrano quelle dei 3 porcellini. Decine di ponti bailey, di cani randagi e ancora motorini, insegne CANON SUZUKI ISUZU, su di un vecchio minibus noi, che non ha neanche le cinture, e le  ruote piccole calcano ogni buca e pietra per tre ore filate. Lontano dalla fauna e surfers di Kuta, dagli alberghi 5 stelle, di discoteche con gli australiani, finiamo un po' per  caso e un po' per scelta in un posto di hippy anni 70 che ascoltano Bob Dylan, Neil Yong, Cohen, e fanno joga, come il nostro padrone di casa che ci ha lasciato tutto un repertorio, assieme a libri di Fitzgerald. In un'oasi con la piscina che guarda il mare, con la porta di casa, tutta in stile balinese di legno che apre un infinito su montagne avvolte di nuvole, risaie che mi dicono diventate patrimonio dell'Unesco, e genti con cappelli di paglia a punta e la pelle bruciata, plasmare quell'infinito. Con la finestra sul mare e sulle imbarcazioni colorate e a forma di granchi, solcare le pietre nere del vicino vulcano, ogni mattina alle 5, da che sembra che le barche ci entrino in casa e scivolando in mare, nel mare aperto di vele bianche arancioni e blu, raccogliere con un amo si povero, brillantinosi pesci argentati, sempre che i delfini ogni mattina pronti a seguirli non gli rubino tutto il bottino, o vengano a riva per stupire i nostri occhi e meno quelli delle mie bambine che credono sia normale che una famiglia di delfini ci venga a salutare incuriosita. Cosi' dopo un tramonto in quell'angolo di mondo mi sento infinitamente ebbra di nostalgia e di piacere, che mi viene in mente quando sentivo la chitarra suonare con gli accordi di De Gregori sui calanchi o in mare su di una barca a vela nel mar Adriatico. Proprio il giorno di Santa Lucia, con un arcobaleno sul mare in mezzo alle palme..chi l'avrebbe mai detto! E di portare i tuoi pensieri sopra queste spalle colore delle vele, colori di una squadra che si e' battuta per me fino a lasciarmi andare, colori che ti fanno venir
voglia di vivere, acqua salata che brucia ancora le ferite, luce calda che scalda il viso fino a
consumarlo di vita. E in quella barchetta che esce in mare, nella sua pace, sono contenta di trovare ritrovo una gioia infinita,  una pace mentale addormentata come nei sogni di prima mattina, pieni di irrisolti e di baci con la luna. "E' tutto quel che hai di me, e' tutto quel che ho di te"