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31.12.10

UN UOMO


L'unico modo per non soffrire è non amare, che nei casi in cui non puoi fare a meno di amare sei destinato a soccombere.
-- Oriana Fallaci
dal libro "Un uomo"

POLTRONA PROUST..


Alla ricerca del tempo perduto...

20.12.10

Alla mia Penelope


Pepe questo è per te, che tra poco è Natale e sarai battezzata, e ti voglio raccontare il miracolo di come sei venuta al mondo:
Era appena iniziata l'estate del 2009, l'estate più brutta della mia vita, in cui ogni giorno andavo all'ospedale a trovare il mio babbo, il tuo nonno che non hai mai conosciuto, un babbo che mi ha dato tanto, un'amore senza richiesta, e un mondo d'amore che raccontava un mondo di straordinarie parole, di migliaia di libri che aveva letto e di milioni di cose che ogni giorno mi insegnava; dai trucchetti matematici, alla filosofia greca, ad una canzone di De Andrè, alla barzelletta sentita in piazza. Mi dava tutto senza che me ne accorgessi...E questo io voglio essere per te.
E' nella malattia e nel dolore, quando ci si ferma a pensare alla vita, che ci si sente come nuvole al vento, le guardi con la consapevolezza che svaniranno nella luce, sono così perfette e magnetiche, ti riportano all'infanzia, a quell'inizio della vita..
E quando si nasce, quando tu sei nata, tutto si chiude e si ricomincia daccapo a vivere.
Non parlo di nuvole o di aria fritta, mi dica qualcuno se non devo credere alla speranza e nei miracoli, quando un anno prima che tu nascessi mi hanno trovato un nodulo al seno, quando il mio babbo aveva terminato la chemio e tutto gli andava bene; solo un genitore può augurarsi di morire al posto del figlio, e quella preghiera del prendi me si è avverata, come ad un tratto io ero guarita e tu eri di nuovo malato.
Quei lunghi mesi in ospedale ci hanno trasformati tutti in nuvole nere dalle piogge incessanti e in quegli istanti di attesa e di rabbia, tu, piccola Penelope sei nata nella mia pancia, facendo crescere un sogno.
I giorni passavano ancora lenti e annebbiati e anche tu avevi smesso di crederci, l'embrione che eri sembrava non potesse farcela a crescere e più di una volta ha minacciato di andarsene, fino a quel giorno, in cui l'ho detto al mio babbo, il momento più difficile della mia vita, uno dei pochi in cui eri lucido fino in fondo e non intontito dalla morfina, quel momento così difficile, perchè sapevamo tutti e due che non saresti mai riuscito a vederla, quel momento che mi ha fatto sentire la bellezza del dolore.
Quella notte mi hanno ricoverato, perchè sembrava ti stessi perdendo, ma abbiamo lottato e sei rimasta, quella notte lui se n'è andato, per lasciare il posto a te, fino a quando non aveva trovato il modo giusto per salutarci, tra gli stenti e il calvario non se n'era andato, l'ha fatto quando era in pace, con la lucidità di un sogno. Che nuvole sono le vite..
Come secondo figlio ho avuto più facilità a tirarti fuori nel mondo...durante il travaglio ho cantato l'opera sotto la doccia e ho spinto nell'acqua, 4 ore di dolore che trascendevano l'amore e la bellezza, per un tuo piccolo pianto e due occhietti che illuminavano il mondo, ed ora so cos'è l'inferno e cosa il paradiso.
So che ogni nostro giorno è illuminato dalla luce dei tuoi occhi e dalle persone che abbiamo amato, e sento ogni giorno questa sensazione.... di essere amata da Dio...

18.12.10

pro e contro




Ragioni per NON lasciare Atene:

La luce il sole
la gente fuori fino a tardi ogni giorno
I souvlakia
gli amici cari
i tetti e gli orizzonti
L'Acropoli
il bazar del venerdi


Ragioni per cui sono pronta a lasciare Atene:

Non dover bagnare i capelli ogni volta per fare la doccia
Poter gettare la carta igienica nel water
La merda dei piccioni
Bere un caffè decente (nonostante io ami il caffè greco)
Niente più mammà preoccupata (scioperi e rivolte un giorno si un giorno no)ovvero 3 telefonate al giorno
L'immondizia nelle strade tipo Napoli
il mio studio

24.6.10

REDENTORE..



Lenti pomeriggi di caldo estenuante e tramonti di velluto su questa laguna appoggiata sul mare, è il giorno del Redentore, ogni barca e gondola si prepara addobbata con ghirlande, lanterne e lucine per sfilare nella notte della festa e dei fuochi, la basilica del Redentore alla Giudecca innalzata nel 1577 per ricordare la fine di una terribile pestilenza, si raggiunge in pellegrinaggio dopo un ponte di barche lungo 330 metri..
Ogni anno salici piangenti di luci pirotecniche si riflettono nel bacino di San Marco come un caleidoscopio..
Mi sono tagliata i capelli e i ciuffi sembravano sirene nell'acqua; abbiamo guardato tutto dal Lido, come nella finestrina che c'è a Bologna in via delle Moline, solo che il mare ci si è aperto davanti agli occhi illuminando le case, le barche e i sogni davanti ad un mondo..
In ogni barca si consumava la cena con specialità veneziane di ogni genere, quanto avrei voluto essere in una di quelle, e vedere l'isola da un'altra isola era come abitare nel mare..
Quando scoppia il primo fuoco l'emozione salta al cuore, ogni sguardo illuminato di un bambino si respira come avesse le branchie,si quieta la rabbia, anche se a Viola gliene poteva fregare di meno e urlava di voler scappare a casa..Quanti pensieri scorrono in quegli attimi lenti tra una luce e un ciocco..
Quel caldo perdurante non se n'era andato proprio fino a quel momento, quella lacca sulla pelle che tiene addosso anche i pensieri più scaltri, quella tua ergastolana scrittura sulla pelle, di marinaio, di Corto Maltese sfuggente come una montagna li,; ho continuato a seguirla nel rosso di uno spritz fino a quando il ghiaccio non si scioglieva e ne diventavo vittima, l'acqua sciolta risaliva ancora quel bicchiere e ne sentivo l'odore, dell'acqua alla gola.