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4.11.11

KRISI



Atene in questi giorni e nei giorni scorsi era x me come al solito un sogno ad occhi aperti..quel sogno di dieci anni fa che continuava a camminare x le stesse strade..Aiuli, Apollonos, Athinas..il bazar dei pachistani, i tappeti dei rom,i trolley in ritardo e la gente gentile che mi fa un sorriso appena mi gurarda negli occhi..i neri che con le loro prada lv ne fanno sacchi e scappano appena vedono i pulotti con il mitra e il caffè frappè..la storia del debito pubblico arrivato a pesare su tutto e la signora di fronte a me a urlare ekaton ekaton..cento di qua cento di là..io non ce li ho..ma proprio per questa aria di crisi che tutto si avvicina tutti si avvicinano nel ritornare a casa e stasera da sola, come raramente mi sono davvera goduta l'aria mite di sempre come quando ero sola davvero e piena, la gente nel tram aprirsi e chiudersi la musica a syntagma..i cani abbaiare alle macchine..100 taxi e dieci macchine e cammino un pò in crisi, col mio tallone d'Achille sempre dolente, che sanguina d'inchiostro e di pathos..

14.3.11

a grande richiesta...una volta al mese! Keren!


Ohhhh la Keren è sicuramente la mia amica più famosa! quasi come la Pausini eh! e non viene da un paesello romagnolo, ma dal bellissimo Israele, da Tel Aviv, affacciata sul mare.
E non è un mare che ci divide, non è un sogno che ci lega, ma un incontro casuale tra tante persone sotto lo stesso Otello di equivoci e passioni.
Allora c'era uno specchio che io chiamavo internet, da cui si vedeva passare quasi tutta la città, facce che ogni giorno continuo a vedere e di alcuni, a volte temo incontrare, come il Leo trasporti,che una notte ci inseguì con un bastone, come il James ci chiedeva le sigarette o un Rana.
E in mezzo a tutta quella gente che passava e ripassava, ho incontrato lei che come altri è restata in quello specchio e oltre.
Me la ricordo con il viso di porcellana, bianca come la neve e d'ebano i capelli e proprio come una principessa ma dagli occhi esotici..
Che non era una come tante si vedeva subito, no figa di legno, no con le marche degli anni 90, ma total black, di giorno e di notte, di mattina e di pomeriggio...
Il suo appartamento all'ultimo piano di un palazzo vecchio in centro mi faceva sognare, come anche il suo suonare e il mondo sopra ad una stanza. Mi presentava i suoi amici "strani" e io le presentavo i miei amici "strani", a Imola eravamo assortiti come dei cioccolatini dai gusti diversi e dei bon bon giapponesi, Io, te, A. e f. più il giapponese travestito e i vecchi blasfemi del centro..
Baricentro della follia, del pensare fuori ad ogni schema, della tua camminata da sono sempre in ritardo e inciampererò in qualcosa, i tuoi shampoo da shampoo ogni sabato e i tuoi occhi di velluto.
Ogni volta che aprivi bocca mi facevi sorridere, e capita ancora...capita che il suono della tua voce sia come la nota più bassa o più alta del tuo Stainwain,il tuo accento è d'eco e sei bella come una dea Greca, e si che il tuo padre da quella terra s'incamminò. Mi fa morir dal ridere perchè le tue battute sono la tua pura spontaneità, nell'essere incerta se vuoi un caffè o un aperitivo e cambi idea per 20 volte...Quando la domenica ci trovavamo a mangiare un vassoio intero di pasticcini della Rocca e a parlare dei nostri sciagurati amori.
E la festa del tuo addio a Imola credo se la ricordino anche i muri, svuotato casa, quel loggione di un teatro di alieni, le scale pieni di gente di ogni tipo, perchè ti era fatta voler bene dalla vicina pizzeria in cui andavi in ciabatte, dalle banche anche se andavi in rosso e dai tuoi amici che saran sempre la tua famiglia imolese.
Quasi quasi sembravamo un circo però, un pò la donna cannone, l'uomo con 2 teste (di capelli), e il collezionista di Prada..
Sembra passata l'adolescenza l'infanzia e la vecchiaia con te, quando andavamo in roller x la città, al mare fino a mattina, al cinema la domenica, e in casa di Franci a parlare di tutto come fosse una vita.
Non ti dimentichi mai di noi, anche se suoni con Zubin Metha o sei a Ny sulla 5 strada..Ci fai sentire speciali...Amo il tuo appartamento che sembra il rifugio postatomico, che sia in Via Emilia o a Budapest, e tutte le tue note galleggiare per la tua brillantissima anima, amo i tuoi quadri e tutti i colori che imprimi con la tua forza disarmante, nonostante parli sempre sottovoce e poi dici sempre...no no niente..
Mi chiami sorella da sempre, e ne sono onorata, è vero siamo le sorelle contorte di un circo di evenienze...love u my twisted sister!

29.1.11

Apro e chiudo

immagine dal sito:http://www.artsblog.it/galleria/biennale-di-venezia-2009-ii/2

Qualche imolese di buono c'è, qualcuno che mi fa sognare intendo, non 1 ma due, e 1 su due era anche un film girato a Imola..
Un re che invece di toccare e trasformare in oro, tocca e fissa dura la ceramica..Un catastrofico ironico mondo sezionato e assemblato a un più probabile senso della fantasia.
Amo i tuoi incessanti ritmi vita, e per questo un rifiuto può essere un monumento, e una medicina scaduta è un'occasione persa di un tempo diverso tra me e mia figlia, tra te e avrei voluto conoscerti in un'altra vita.
Da piccoli quando andavamo in Sardegna con la Taunus che a me sembrava la macchina della polizia americana, si me l'immaginavo bianca a strisce blu scuro, allora il finestrino di dietro si apriva solo per una metà, non era rotto era"antibambino" allora mi dava quel senso di impotenza, d'ingratitudine verso la bellissima deserta vita che scorreva, odiavo quei campi bruciati, i Nuraghi, il caldo cocente da indiani e l'anti miraggio dell'asfalto sull'asfalto...presente quella staccia di fuoco che appare e scompare..
Adesso posso aprire i finestrini quanto voglio e sentire la musica di dentro e di fuori, adesso non passerai necnhe più un semaforo senza immaginare di vedere un miraggio accompagnarci per strada, un angelo, violentare i miei riflessi.

2.1.11

MY FATHER..




Il mio babbo era nato il 2 gennaio 1943, di sette mesi, quasi per miracolo da sua madre che aveva più di 40 anni....Mia nonna Gemma che era del 1901 e morì nel 1991..Il babbo di mio babbo era del 1890 e rotti..e morì giovane dopo una ferita di guerra, che il mio babbo era solo un bambino (no la matematica non è il mio forte, ma più o meno è così)
Se ci fosse lui, il mio babbo, mi darebbe tutte le coordinate giuste, e, quanto ci teneva alla perfezione, ci correggeva sempre a noi, e lui era sempre eccellente per le date, la memoria storica, il suo collezionismo maniacale per i ricordi, le foto, le date...con mia mamma che invece incasina tutto come una tombola che spara numeri a caso, ho anche il dubbio che non abbia detto alle onoranze funebri la data giusta del decesso, essendosi confusa, come sempre, fra giorno, notte, prima o dopo mezzanotte, e io purtroppo ero in ospedale e i cartelli erano già appesi...Quanto sorrido, se penso che lui dal cielo scuotendo la testa esclami: Tiziana, non era il 20, ma il 21...
A mio babbo piacevano la numismatica, la matematica, la letteratura, la fantascienza, la storia, la fede, la vita in una maniera incredibile.
Si era laureato nel 68, dal 69 aveva lavorato per la banca d'America e d'Italia, poi a Imola, fino al 2000.
Era stato ufficiale nell'esercito, sapeva giocare a carte a scacchi a backgammon..gli piaceva tutto quello che era matematico, logico, razionale, colto...
Io non sarò mai come te, ma mi basta avere avuto te..
Tu che a 16 anni sei andato a Bologna per il tuo primo concerto, e ti sembrava un viaggio eccezionale, come me quando io andai a vedere Guccini nella stessa piazza, tu che andasti in Grecia per il tuo viaggio di nozze e io per il mio matrimonio, tu che vedesti le olimpiadi di Roma del 60 e Gassman a teatro, mentre sognavi me che sognavo di fare l'attrice anni dopo, tu che eri partito per Madrid con un amico per vedere Bosh, e ti affascinavi come me a cercare l'incantesimo, la magia e l'esoterismo di ogni cosa volata nei nostri occhi purtroppo o per fortuna..
Quante cose che eri, e per questo purtroppo eri tutto, ed era tutto per te, come lo è ancora..
Buon compleanno babbo, per sempre sarai qui con noi, nel tutto di tutto.

‎"Questo Corpo è quello di un uomo che non ha riprodotto il padre per incosciente obbedienza, ma l'ha riprodotto attraverso la tragedia per cui il padre stesso aveva riprodotto a sua volta il suo, cioè nella sua condizione eterna di figlio: perciò questo Corpo è il mio." Pier Paolo Pasolini.