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20.12.12

Malafeeeeemmenaaaaa!!!


E a maggio ne arriva un'altraaaaaaaahhhhhhhh
Oh, facciamo il gineceo e bona le'...
Che meraviglia!!! 

10.12.12

Saluto Atene...

E mi spiace lasciare cose, e non mi dispiace lasciarne altre:


Gli alberi di portokalia ovunque
Il muro di Kalimarmaro di fianco a me
Gli ulivi che brillano al sole
Le case con l'intonaco bianco nuovo e quelle basse e distrutte
Le case di Plaka
Il cielo di Thission
Capo Sounio
La paidakia di Evia
Le domeniche da Valentina e Memos

La scuola delle bimbe e kiria Vasso
Le melanzane

Lo slalon per le strade per non pestare una cacca
La porchetta nelle vetrine di plastica in strada
I piccioni maledetti sempre!
Gli zingari bambini che suonano la fisarmonica
I dolci greci

1.12.12

La Cina e' vicina..



Al ristorante cinese ci vado appassionatamente da quanto avevo 16 anni, ci andavo con Francesca e Gisella, con i fidanzatini e le compagne di classe...l'adoravo, l'adoro ancora oggi, quasi ogni volta che esco con mio marito...E la Cina me l'ha attaccata come una stoffa di seta al cuore..e come prossima vita e viaggio chiamandolo casa. Tra i suoi percorsi tra  Pechino e Shanghay, abbiamo scelto Singapore, un po' meno Cina, piu' Inghilterra con la pioggia ma con 30 gradi tutto l'anno, con flora e fauna degna di sogni e avventure di Sandokan, della tigre, simbolo della citta' e una bandiera simile a quella turca; e gia' un bell'assaggino di cinesita' l'ho avuto questa estate con il workshop organizzato
con meduproject...Dove abbiamo passato giorni memorabili tra Faenza e la ceramica, Venezia e lo shopping maratona Prada...
Adorabili ominidi scherzosi, pieni di pathos e di poesia, stacanovisti e idealisti, che adorano i bambini, con la finezza e l'arte in ogni gesto come per una cerimonia del te', beoni a scommessa che diventa la sfida alla vita o alla morte, facendo alla bavarese con bicchieroni di vino rosso e disgustatori di gelato e dolci, attenti a tutto e pregnanti come spugne di bellezza che li circonda e che fanno loro all'istante, dei piccoli angeli li chiamerei, pieni di arte e curiosi di vita, una spendida cultura, tra umorismo macabro, brindisi all'ultima goccia per l'onore e mani per costruire ogni sogno possibile.




Cuoghi Corsello, Pea Brain e le altre realta' magiche bolognesi...

La prima volta li ho incontrati ad Arte fiera del 2002 , ma non sapevo di averli gia' incontrati x le strade di Bologna mille volte, nei muri, alla stazione, nello loro tag croniche dell'ochetta Pea Brain, proprio nella linea Bologna Venezia, della bambina folletto dalle orecchie grandi SUF, come sufficiente, : perche' e' difficile la calligrafia", come CK8, cane cotto.


Per caso e per le strade del destino, niente e' mai per caso, una delle loro prime mostre, non a caso chiamata "Traviata" una delle mie opere preferite, e' stata edita da mio zio Campanotto Editore in un suo catalogo..e neanche loro sapevano chi era l'editore fino a che non ci siamo scambiati due impressioni allo stand di mio zio mentre gli davo una mano coi libri.
La vita di questi due artisti a Bologna e'ormai famosa: occupano e vivono nelle ex fabbriche della FIAT, creando mondi magici, dove questi luoghi prendono nomi fantastici e leggendari, come
Bucintoro, Cime Tempestose...Vivono per creare e creare vivendo, non separando il lavoro dall'artista ne l'artista dalla vita; dormono e vivono dentro queste fabbriche in case di cellofan come fossero loro

delle piante da crescere, e l'opera stessa e' la casa di cellofan, curata nei minimi dettagli con mobili
direcupero, pezzi industriali che diventano design totale e funzionale, un letto che funge da letto e da fioriera, le case di cellofan 1 e 2 e forse 3 e 4 che cambiano con le stagioni i loro arredi.
Alla FIAT le opere piu' industriali, fatte con pezzi ritrovati e anche con una vecchia FIAT
abbamdonata dagli zingari nel parcheggio, ma ancora la pittura spray, le fotografie tra natura e progresso umano,osannato dall'arte e dalla poesia totale.



E ancora opere scritte con l'anima e la passione. Palloncini che levitano con la scritta Degrado, da cui nasce anche il fumetto di nonno Degrado, lampadari a terra e poesia visiva come neve e un archivio fotografico di ogni mondo vissuto dettagliatamente in ogni angolo di grazia e dipinto di un'idea, come la barca -gondola  ' "schifio" una trasformazione genetica di un essere meta' maligo e meta' salvatore, opera presentata in una grande mostra, vandalizzata al loro quartier generale Mazzini, nuovo regno delle creazioni e poi spinta e donata ad un parco della citta' di Bologna in una performance primitiva
Ancora la dolcezza ammiccante e giornaliera di piccole signorine graficamente perfette disegnate al computer ed elargite ogni giorno su facebook in nuove pose pornografiche e fruite da tutti, rinate dalla loro stampa su materiale destinato ai mortarini del cimitero..






E altre bellissime, specialisime opere, a centinaia con una loro storia che non ho citato ma che scopro anch'io di anno e in giorno seguendo altre strade dopo quella della ferrovia che mi ha dato anche la nascita.Talento e vita che e' arte e scusate P.b. e CK8 che questa e' solo la mia piccola realta' nell'ammirarvi,vite contemporanee sul mio binario parallelo, grazie e con gli occhi brillanti delle vostre idee e sogni ad occhi aperti sul mondo.

26.11.12

Le mie malinconie..

Il cielo bianco d'inverno
Il cinema modernissimo all'aperto
Il campo da rugby prima della partita
La notte di capodanno a diciassette anni
Il vin santo prezioso
I jeans a campana, le clarks marroncine, il barbour marrone
I concerti di Guccini
La pioggia in piazza San Petronio
Le corse fino alla tazione di Bologna
I graffiti "Pea Brain" sui muri lungo la stazione di Bologna
La promessa di portarmi al mercatino di Santa Lucia
Le luci di Natale a forma di fiocco
Il fumo di sigarette e il fumo dei joint, l'odore dei joint
I discorsi dei vecchi nel bar
Il mare all'alba dopo una notte brava
Dormire stretti dentro una tenda
Dormire dentro una barca
Il fiume Diaterna nudi

I cinghiali che mangiavano dagli zaini e le scodelle da militare
Le nuvole che si muovevano e accorgersene
Il gioco di cosa sono le nuvole
La casa del Piratello e l'odore dei maiali, della vernice e dell'olio delle macchine
I libri di poesia di Campanotto
I giochi e i ricordi messi dietro al muro
Le foto incorniciate
Le mansarde e la luce che viene dai velux
Le lune piene nello stesso cielo
Il viaggio in Messico che non ho fatto
La neve al parco Europa
Il non seguire e il non restare
Aver fatto dubitare l'amore








Il Te' Nel Deserto, the Sheltering Sky...


Il film della mia adolescenza, poi il libro, visto e letto come essere "laggiù, oltre le dune una linea sottile unisce la tua terra al cielo. Il tuo orizzonte è un richiamo irresistibile verso l'ignoto.




Molte terre sono attraenti, ma nessun occhio ha mai contemplato una bellezza come la tua. Non so se è il cielo che si china fino a te, o se sei tu che ti innalzi fino a lui"
Ricordo quel pomeriggio in cui lo guardai in cassetta nel vhs, lo avevo registrato da rete 4, quei pomeriggi in cui si raccontano i sogni e le speranze, quando qualcuno ti chiama al telefono e ti invita a casa, quando si guardano nel divano con una vecchia coperta, quando si canticchia un ritornello e il tempo si e' fermato in un pomeriggio che ci ha cambiato la vita.

Cape Sounio...

Era dal 99 che non salivo su..dalla gita con Takis...

Allora era estate, arrivavamo da Atene con un caldo impossibile, mentre qua, nel tempio di Poseidone tirava sempre un'arietta fantastica e oggi, 25 novembre era la stessapiacevole brezza sul viso, accompagnata ovviamente dal sole caldo di questa mia sempre Grecia..
E poi unagiornata d'inverno col sole il mare e questo cielo blu e' impagabile..


10.11.12

Riflessi...


Da una parte l'antico monumento e dall'altra il monumentale contemporaneo, il paradosso di due riflessi e diverse realta'. Questo museo in tre parti modulate come una statua, ma come nel mistero e nell'alchimia di una chimera, nel richiamo di una gorgona, che galleggia in superficie nella base visibile degli scavi archeologici per puntare al cielo azzurro che fa da specchio non delineando una linea       precisa, nel tutto lineare di questi pilastri esili di cemento armato. Al piano di mezzo una bellissima terrazza che fa da caffetteria con un mordido cappuccino, torta di mele alla greca e piante di ulivo e rosmarino sui tavoli, l'aria sembra cosi' pulita dal traffico vicino, tersa, libera la passeggiata che attornia le case con le verande e le rampicanti di buganville, qualche cane grasso riposa sulle pietre antiche e     moderne, con la musica dei soliti zingarelli con la fisarmonica di carta colorata, i     pistacchi turchi, il croccante che brucia nella piastra rotante che si riflette negli occhi di un bambino, nel cane che annusa  in disparte, tra il fregio degli alberi,le linee dell'Acropoli, le nuvole dello zucchero filato. Quanti riflessi che non sono mai uguali alla realta' e questa storia da una parte non esiste.

   



1.11.12

Ad Atene ancora una volta


Sembra ieri la mia prima volta qui, nel 99, sempre di ottobre con la giacchetta di cotone che a mezzogiorno fa caldo..con i sandali greci comprati a Monastiraki, e gli stessi passi e passaggi di questa metropoli che e' diventata il mio mondo per molti anni.
Dopo l'ennesima traversata in mare, perche' sempre il mare e' la mia via preferita, che ti conduce a un porto col suono di una sirena, con l'odore del pesce e la liberta' dei gabbiani.
Dopo un OUZO ME PAGO al tramonto rosa, alle strade piene di sassi e genti..
Riparto da un barettino abbastanza turistico che e' come casa mia..


Ma con lettere diverse, profumi diversi, persone diverse..Anche solo se qualcuno di loro forse ci e' passato di qui, in una gita scolastica, in un breve stop per l'isola delle vacanze, con uno zaino e con la maglietta di un concerto, ma non avranno visto mai con i miei occhi le stesse cose..
E' novembre ora e l'aria e' ancora tiepida, i raggi del sole sono quasi cocenti e sbrogliano le foglie di ulivi luccicanti come pianeti, si sente l'odore delle nektarines, alberi che fanno delle arance non arance usate per marmellate o candite per il caffe'!
Quel caffe' di fondo ribollito nel suo bricco di rame, cosi' turco, cosi; amabile anche se all'inizio ti sembra aspro, per essere bevuto piano come una storia da rileggere e che continua ad essere sfogliata.



17.10.12

Chi sono, la mia storia.




Sono nata l'8 settembre del 1977, date storiche nei giorni e negli anni. Dopo un parto travagliato e anticipato e per questo la mia mamma non aveva i vestitini all'ospedale e mi hanno messo i vestiti di cicciobello di mio fratello. Dopo un difficile parto cesario sono venuta al mondo, non dormivo la notte e la vicina di casa sbatteva col manico della scopa dal piano di sotto. La mia infanzia e' trascorsa  in gran parte con le cure della nonna e lunghi periodi nella sua casa in campagna vicino a Piratello, con avventure bucoliche in mezzo a campi di grano dorati, resina sugli alberi e lucertole sulla ghiaia, petali di rose lasciate alle processioni della madonna e l'asilo con le suorine  buone. Piu' avanti crescevo e guocavo acora in campagna, nel podere di Zello, dove sentivo il sapore delle pesche col pelo, dell'uva e del mosto a settembre, giocavo con decine di gattini e pulcini appena nati, guardavo il maiale che periodicamente andava al macello e il suo pianto stridulo, dei campi ancora piu' grandi e con le zolle di terra dove babbo cercava antiche monete e io trovavo solo cartucce di cacciatori, di li il fiume, la terra argillosa," il Palazzo" e la "Brilla" le due case nel
 podere e i contadini con tradizioni antiche che mi toglievano il mio primo dentino con un filo attaccato alla porta. Per sempre quel dento e' rimasto storto.Il meraviglioso bosco di edera, noci, quercie e ciliegie. Le lunghe estati li e in Sardegna, una terra che non capivo, che mi dava amarezza per i suoi grandi spazi bruciati e le maschere inquietanti dei mammutones, insieme ai desolati nuraghes cui eravamo 
obbligati a visitare per tutta la Sardegna  per la fame culturale di mio padre che trovandosi in mezzo
al niente doveva fagocitarsi anche solo di 4 pietre malamdate.Solo il mare mi dava grazia e appetitto
di vita. Le scuole elementari con una maestra severa dal grembiule nero i capelli gialli e due fondi di 
bottiglia che ho imparato ad amare dopo anni. Le scuole medie cosi  povere di  poesia e piene di genti misere e di bimbi cattivi, piccoli delinquentelli, servizi sociali, sempre seguendo la strada di mio fratello, nella stessa sezione con gli stessi prof, la sorella di..speriamo brava come suo fratello. "Ah i 
fratelli Minganti! Quando mamma andava a sentire dai prof era quando voleva sentirsi bene diceva. Ma li la prima grande verita' della vita: la morte; moriva a 14 anni il nostro compagno di classe 
Matteo, in motorino, mentre andava all'allenamento di rugby, cosi' in un attimo, l'adolescenza finiva. 
Moriva la nonna. Ero innamorata di PierFrancesco, Filippo, Raffo, rotolavamo di nuovo in campagna sui tre monti e incominciavo a fumare e a farmi le canne. Ad ascoltare i Doors, i Led Zeppelin, Guccini, i Queen nei dischi di vinile. Iniziavo il Ballardini la mia liberazione, la mia finestra sul 
mondo, con le compagne piu' speciali della terra, trovando come delle sorelle, una famiglia, un
gruppo. Ma leggevo poesia e saggi dei piu' pessimistici. A Faenza, mentre a Imola avevo il gruppo 
del rugby, il bar Fiumi e una citta' contro, il primo grande amore: Simone, poi Raffo di nuovo, Cecco, Nic e il tempo di diventare grande e iniziare l'Accademia. Gabri, e tormentosi anni di Gabri, di Otello, di Francesco, Keren e Andrea, anni scialacquati. Fino a quando non ho trovato il coraggio di Andarmene.Fino a Roma passando per la Toscana da sola, a trovare il sogno di un attore di teatro, Pietro. In Spagna, a seguire come hostes l'orchestra di Londra per un tour di un mese in tutta la 

Spagna. Al mio erasmus di 9 mesi ad Atene, da cui forse non sono mai tornata. E ll continuo muoversi insieme al mio compagno di vita a cui devo tutto; tanta strada insieme dai vent'anni in cui l'ho conosciuto al fiume mentre gli piangevo sulla spalla per Gabri, dalla Grecia del sud in cui mi ha aperto le porte di un castello, donandomi i tesori della terra, la magia del mare e la gioia che da la  luce del sole. Passando per la musica di Vienna e le salsicce in strada, le citta' medioevali piu' belle, l'oro di Venezia e la neve di Princeton, tre figlie meravigliose e l'Asia immensa e colorata da 














assaporare nei suoi mille sapori. La mia eterna malinconia e la pace dei miei genitori in un mondo 


che non sara' mai bello quanto questo. Ma con la sensazione di essere tanto tanto amata da loro. 






Marcel Duchamp Fountain 1913



Il design è pensiero, idea, sogno e il ready made è ARTE, luccichio della mente, istinto, bellezza secondo un altro punto di vista.

L'oggetto diventa animato

Alcuni "oggetti" che vorrei circondassero la mia vita, o passassero per un pò..


                                            www.resign.it


http://www.hollo.it/hollo/c159-moon-golf/

PROGETTO PHOTO EXHIBITION IN ATHENS

"DODICI ANNI  FA Sthn Athina.."










RELAZIONE POETICA:


Le mie foto erano analogiche, i luoghi gli stessi e cambiati solo di poche sfumature, le stampe erano curate una ad una con mani e carte che oggi si fatica a trovare, di negativi pregnanti di acido, di bianco e nero, ma soprattutto di luce della stessa Luce di oggi. Pagavo in Drakmes i materiali e all'Accademia Kalon Teknon il laboratorio era ben servito.

Le strade e per le strade entravano le foto che volevo rimanessero nella mia strada di pensiero: i grandi cartelli pubblicitari che proponevano quella realtà sognante, le persone di tutti i giorni al lavoro, a passeggio, a chiedere l'elemosina, cambiavano lentamente e solo per caso cambiavano strada, il mercato con i suoi odori e sapori che sentivo anche in una stampa dopo anni, l'allegria la musica e la spensieratezza di una Grecia che viveva di festa senza preoccuparsi del domani.

Oggi cerco di riempire i cartelli pubblicitari vuoti, vietati dalla stato, forse per ultimi proprio in Grecia;
riordino le bancarelle del mercato della carne ora diventati meno orientali e più "europei"
ritorno in Odos Athinas, Aiouli, Apollonos, per le stampe digitali che non lasciano più spazio neanche ai rullini in bianco e nero.
Rivedo Exarchia e il Parlamento mischiati negli stessi colori: fumo, sangue, bombolette spray e marmo incagliati in un presente nero senza petrolio.

La metropolitana che inaugurò al mio arrivo qui, vorrei contenesse oltre che ai meravigliosi reperti archeologici, anche un passato prossimo che scorre così diverso in questa alta velocità di Europa sempre più arricchita da arabi, russi, albanesi, rumeni che fanno di quell'Atene una torre di Babele,
dove le mie foto sembrerebbero molto più antiche.
Le due facce di una drakma nello stessa moneta diversa ad ogni paese, foto fissate a luci che si accendono allo scorrere di chi si ferma a guardare e a cercare di capire.


PROGETTO

Mostra itinerante di fotografie analogiche del periodo 2000 -2001 scattate ad Atene in un viaggio borsa di studio "Erasmus"


Luoghi della mostra: Istituto Italiano, Metropolitana, cartellone pubblicitario importato dalla strada e posto a Monastiraki.

Materiale di esposizione: 12 Forex 70x100- 12 banchi illuminati a parete 70x 100 , 1 Stampa pubblicitaria di grandi dimensioni, Polaroid destinate a scomparire in giro per Atene..











23.9.12

HAPPENING RUPESTRE CERAMICO


Come una scalata dolce sulle colline di Pietramora, dopo Faenza, dove inizia la Romagna Toscana e quelle colline di cipressi, viti folte e scure e querce secolari, fino a dove si lascia spazio al cielo e al suo tramonto rosa azzurro e blu che colora degli stessi colori la Pietramora.
Tra queste scie calancose ci si spianava a terraglia una strada di ceramica "Sottosasso" così chiamata dal ceramista Malavolti che ha scelto di vivere e lavorare quassù, e insieme al Museo Carlo Zauli creare un evento finale per la residenza d'artista di un australiano vincitore del Premio Laguna.
E qui un fuoco che brilla di braci teneva in grembo la cottura ceramica più arcaica, quella della terra che prende la forma del vaso, e viceversa, una foggiatura naturale, nel più antico dei gesti.
E in questo gesto così potente, di fuoco, argilla, e l'armonia totale con il tramonto, la luna, la ceramica e gli amici..


Proprio con queste persone con cui cammino e mi fermo a guardare il fuoco, alla gente che passa per questi eventi e la vita stessa di uno scorrere di happening, la stessa gestualità di vivere la vita con amore per l'arte e le idee..
E penso a questo artista che viene dall'altra parte del mondo, da deserti, oceani e culture aborigene, trovarsi qui a mangiare salame e piadina, col nostro inglese zoppicante e meglio parlando col vino e i prodotti di questa terra, lui che è accompagnato da sua moglie col pancione, e lei che offre a tutti i marshmallows da abbrustolire nel fuoco...Un'altro mondo nello stesso mondo che gira ancora una volta intorno a delle idee e fa il giro 




13.8.12

IL MORO






Un uomo un mito, direi, ma come un mito a cui aspiro e sogno, più che altro è bello sentirlo amico.
Io che ne avevo sentito parlare a Faenza da quando ero al Ballardini, nella trasmissione di Philippe Daverio e amico di tanti amici, amico su facebook, e poi un giorno a Faenza lo incontro in mezzo alla strada mentre sto andando allo Zauli..
L'ho sempre paragonato al "Passatore" con la sua barbona ben curata i suoi occhioni neri da romagnolo doc e il suo immancabile toscano alla bocca..Uno che può anche incuterti timore a prima vista, ma che a me ha sempre dato quell'impressione di "babbo tenero" oltre che a tutto l'immenso di genio e fantasia che dalle sue mani e dal suo grande cuore sprigiona; lavori che tolgono la ragione alle cose: dei fiori di ceramica, delle catene spezzate arrotolate sull'argilla, forme rassomiglianti a ciò che vogliamo..infilzate come spiedini di carne, pesanti da mandare giù, ma leggeri da osservare e capaci di farti sognare.
Di smalti che pullulano di luci brillanti e di colori impensabili, colanti come miele in un biscotto fatto da mani che di argilla ne ha vista a milioni, la bottega vicino all'autostrada in cui lavora tutto il giorno, dall'altrettanto famoso Garavini. (Vicino alla balena nella rotonda) ..E non è Faenza un luogo magico?!
Ma il Moro ci invita a casa sua, dove ha creato un mondo altrettanto onirico e spettacolare, ma soprattutto accogliente, vissuto, artistico si, ma soprattutto un luogo fatto con tanto tanto amore.
Con la cura di un'opera d'arte ha costruito da un capanno di caccia, un castello di pietre solido e antiche, abbellito da ulivi greci, canne di bambù che lo circondano, un recinto di legno che mi ricorda un pò forte Apache e un pò un giardino zen, con fiori ora di ceramica ora di germogli accuratamente scelti, vicino ad un rio, come ogni incantata poesia..



L'orologio anni 50 di una vecchia stazione scandisce i punti cardinali di un galletto segnavento, con una vite che spunta sopra a un tetto! Con casette per i pipistrelli e ceramica che veste dal tappeto della piscina alla camera da letto, assieme a ricordi di un novecento campagnolo di cui io sento solo il profumo lontano, ma mi piace, mi fa sentire ancora una volta protetta da queste radici solide di ferri da stiro di ferro, setacci e seghe, slittini di legno, accette e maceti, che ne so..roba di un altro mondo!
Tre cani così diversi uno dall'altro, una compagna da 30 anni a dividere la vita con lui, in un opera che palpita e cresce come in tornio. Un tornio rosa e viola che gli regalò a vent'anni Augusto Betti*


Mani grandi il nostro Moro, capaci di contenere sogni e idee infinite, ogni pezzo della piscina posato da uno scarto di una prova di ceramica, per un effetto cangiante, scintillante, sfavillante nell'acqua e nella luce, assieme a ingranaggi di tempi moderni, pentole, ruggine e cotti antichi...un successo..uno spettacolo! Un sogno che ci fa dire, la vita è proprio questo, l'incredibile fantasia dell'uomo e la capacità di trasformare, riesumare e abbellire la vita stessa ...Grazie Moro!






7.8.12

MCZ

Museo Carlo Zauli, una poesia..questo piccolo cortile che si apre con il vecchio laboratorio, dal suo fascino industriale, storico, loft in cui il maestro lavorò per tutta la vita, non una semplice bottega faentina ma un luogo dove artisti di tutti il mondo si confrontavano e per tutto il mondo Zauli creava. Un giardino all'ombra del campanile di San Francesco, di un albero da cui












 Mathieu Mercier ha lasciato la  sua casa per uccellini di ceramica, appesa come un nido di immaginari infantili, dove Zauli e ancora Zauli verticali o sferiche, opere composte in più pezzi e 
assemblate, che puntano alla continuità..

Cosi ben curato ogni particolare che sembra che anche la luce sia messa al suo posto perfetto, sulle opere, sui muri di mattoni, sui forni impolverati e nelle cantine con la muffa di 30 anni fa,grandi mondi Faenza un altro mondo,il Giappone, la Cina, e Faenza dietro l'angolo.

Ancora artisti che si confrontano in quelle pieghe,con dei coriandoli di ceramica che estendono il momento della festa in cui si buttano a terra, essendo durevoli come porcellana,di luci anch'esse destinate a mutare ma con un opera a rimanere eterne, da neon da raspi d'uva sgranati come parole pesanti di poesia di porcellana, anche di uno stecchino assolutamente di ceramica che ricorda all'artista la fine della fame di suo padre in guerra,mondi vicini e così leggeri con una striscia di panna sempre in ceramica ai nostri 
piedi..









.

13.7.12

Un sogno..

Il viaggio di Marco Polo, ovviamente non in aereo...


Gerusalemme, dalla mia Kerenita, mi dice che mi ospiterà in una casa sul mare, passeggeremo sulla spiaggia, la sera, e mi farò il primo tatuaggio: Il leone di Venezia da dove sono partita, con la nave, attraversando il canal grande, il mare..
L'evangelista San Marco, raffigurato in forma di leone alato, il leone del mese in cui sei nato..Della Grecia da cui son ancora illuminati i miei occhi:

« Leone di San Marco, leone del profeta,
ad est di Creta corre il tuo vangelo.
Si staglia contro il cielo il tuo simbolo strano:
la spada e non il libro hai nella mano. »


Costantinoupoli, POLI perchè è la città per eccellenza, di Costantino, il nome di mio nonno, il nome di mio padre e del mio bisnonno ancora, quanto sogno ho in quella città di porte d'oriente, spezie e argenti, e voglio tutto il luminare di quella stella e di quello spicchio di luna, lo voglio con i baci della brezza del Bosforo, nelle strade di Beyoglu, al bazar e alla fermata di un tram appeso a un filo.
Voglio guardare da i tuoi ponti sospesi e profumare di una spezia tutto il mio corpo. Voglio l'inchiostro di una mano turca che prepara una sposa il giorno prima delle nozze con disegni all'hennè sulla pelle, suoi piedi e sulle mani; essere un sogno esotico vivente, vivere di un sogno ad occhi aperti per una vita.


Sogno quel treno della Transiberiana che mi hanno detto avere binari larghi il doppio, con un treno largo il doppio, quasi fosse un orient express di altri tempi, con delitti e perfetti sogni, con il passare di ore e di cambiamenti, di gente da i denti d'oro, gli occhi come gioielli d'ambra e la pelle d'ebano, spazi di grandezza, di niente, di polvere, di verde, di sabbia, di rame,di nuvole gonfie, di Samarcanda dove regalai un sogno...
Pronta per arrivare ma non per partire, con le mie figlie, per conoscerle, per mostrare, perchè possa mescolare i miei sogni in un bicchiere di tè al gelsomino, ritrovare il cammino di chi l'ha lasciato, di chi mia ha lasciato..
Arrivare in quel muro, che come una leggenda, di un MILIONE di patacche, si vede solo dalla luna!
é un bel sogno..

8.7.12

Da una parte e dall'altra





Ho dormito con la finestra aperta, nella stanza della mia adolescenza. Il carro delle stelle, da cui  collego sempre i punti e vedo un arco e una freccia, poi anche le lucciole che non vedevo da anni. Per rigirarmi da una parte all'altra del letto, per cercare quel qualcosa, quel fianco in cui sistemarmi per essere a posto. Scorrevano le nuvole nel cielo blu notte, scuro, con le cicale ancora sveglie, e quella luna era come se si mettesse sempre più al centro di quella finestra, e appena me ne dimenticavo da una parte, mi si riempiva nell'altra.
Sembrava davvero seguirmi, chiedermi, vegliarmi nei miei sogni della notte, mi dava anche fastidio, ma poi mi sono abbandonata a lei e al suo incanto, addormentandomi da quella parte. 

Jomla gets sick..


Quando dico che tornare a casa mi fa male, che Imola è tossica, che la maggior parte delle persone non se ne accorge e ti ritrovi in un covo di pettegolezzi e cose talmente sgodevoli, che diventan poi, così prevedibili e noiose...what the F***... Un mese al Lido, vissuto in pieno, non come una vacanza, non come una turista con le infradito e il loro sgradevole sciabattamento...Al lido non sono permessi neanche gli zoccoli, fanno rumore, e nell'ora del riposo disturberebbero..Dicevo, la vita vissuta in pieno, andando al mare con le mie bimbe, cercando il tempo e le idee per la pittura, e guadagnarci ancora 2 soldi d'artista..Per viverci, perchè no? Perchè tutti devono sempre pensare che siamo dei privilegiati, dei buffoni, dei paraculi..Ue, io mica me ne sto ancora all'Accademia, come tanti della mia età, a fare i comunisti e sparare cavolate sull'arte; Io dipingo il mio mondo, il mio sogno, e certo io cambio il mondo; che dai miei occhi è un altro mondo.
E a Imola il mondo non cambia mai, il girone infernale dei soliti 3 posti dove secondo alcuni solo lì dovrebbero esserci le persone più fighe di questo mondo, perchè vogliono sempre andare lì, e non mi dite che si beve bene perchè ho avuto il peggior martini della mia vita e non scrivo dove solo per pietà...

Imola mi avvolge in una rete di pensieri, prigioni mentali, cose tirate via, come prendere l'aperitivo ogni sera in un posto del cavolo mentre ti mangi le noccioline acide dal trogolo e neanche ti sei lavato le mani e sembrano tutti delle scimmiette con l' alzheimer, che non si ricordano che non hanno più 20 anni, le mogli e i mariti a casa, dei figli stupendi, ma credono che il venerdì sia il giorno della cuccagna e ci provano e ti intortano con l'occhio da pesce lesso, ugualmente..
Il borghetto dove "si vive bene" e tutti sanno vita morte e corna della gente, si sparlano dietro amiche e compagne di una vita, poi viene fuori che invece sono stati gli altri a far pettegolezzi, magari quelli che erano pure via da Imola, ed essenzialmente, quei pettegolezzi sono realtà commesse da tutti, gli imolesi della cuccagna e del giorno free.  E se a 40 anni sei ancora single, qualche problema devi averlo, allora fatti curare, perchè ammali anche il mio mondo, quando lo vedo al caffè della Rocca, a quei banchetti esotici fru fru di Elios, con quei coglioni che ci son seduti sopra e dove il mojito mi ha fatto il peggior dopo sbronza di sempre!




1.7.12

L'ora dell'alta marea...



Viola mi dice che la luna stasera è come una fetta di cocomero, ieri era come un telefono..Poi non so come chiamare quei tronchi che sembrano schiaccianoci piantati nella laguna con un faretto sopra, che Viola chiama fiammiferi...
Il gabbiano che ci passa parte della giornata, la lancia che va e viene da Venezia in giù, la partita con maxischermo in piazza San Marco, le grida, gli esulti, i cestini pieni stracolmi di bottiglie di plastica che sembran vetri di Murano.
Un gin&tonic a fianco di 2 tedeschi ieri, con i baffetti da sparviero, la magia per 5 secondi degli elastici luminosi lanciati in cielo dai pachistani, un cormorano, che si immerge sotto al vaporetto vicino alla prua e per un attimo mi fa trattenere il fiato perchè non torna sù, ma che poi mi ricorda...la Sardegna.
Una Ichnusa e una benda nera sugli occhi o sulla fronte, e le bocche di Bonifacio a strapiombo, ah, il mare, la sua forza che prende e ti lascia, per quell'ora di alta marea che si sente in una conchiglia..

I love ferry boats..



Per andare a Venezia dal Lido, ovviamente: Fermata Sant'Elena con i suoi alberi spezzati dalla tromba d'aria di giugno, coi bambini che giocano a palla, il chiosco dei gelati un pò retrò, i cani a passeggio, e per lo più, veneziani. Fermata Biennale, col quella tinta di rosso Valentino e il font bianco Verdana, con i suoi milioni di turisti, artisti, curiosi, girovaghi, folli. Fermata Giardini, con il suo inconfondibile odore di gelsomino, le statue nelle aiuole e le barche a vela nel cielo azzurro. Fermata San Marco, con la colonna gemella portata in Grecia, e quella col leone che aprono un sogno, nei fori del Palazzo scintillante, delle cupole dorate e del campanile tra le nuvole. Rialto e il suo stucchevole ponte, tra i gondolieri in cerca di turisti e il solito magnifico mercato del pesce; com'è diversa ogni stazione e ad ogni fermata la gente che sale, che scende, che si spinge e che guarda dal finestrino, che fotografa, che si illumina guardando il mare, che s'inquieta aspettando di scendere, che ci lavora ogni giorno sciogliendo e legando una corda al palo, annunciando le fermate con l'accento veneziano, e coi motori che si arrestano e rimbombano facendo a pugni con l'acqua; e quei gabbiani, che seguono le scie, che ci volano sui tetti che ci prendono in giro con i loro versi, e si sente l'odore del mare.
Ma la cosa più bella è guardare il su e giù dei vaporetti visti dal Lido, ultima stazione e poi i cambi per le altre isole..
Giro dietro alle bocche del'Arsenale per andare a Murano, sotto il sole e il mare più aperto, a petto nudo come un marinaio a fianco, tra un gasometro che mi ricorda tanto Atene e i film di Ozpetec,
E' un sogno... Che ci sei sù o ci stai fuori.


20.6.12

SONO ARRIVATE LE GirLS!!!





Due giorni di risate a cuore pieno, come sempre, dagli anni 90 con furore, dal Canada con la pelle già abbronzata, una raffica di nuovi tatuaggi e pearcing (e per la Viola ora Simo è il suo nuovo mito)e dall'Inghilterra bianca latte come al solito, gambalonga e baby in passeggino, più buzza con un'altra dentro...Eccoci qui 6 donnine in bagno più una nella pancia..Se non son girls non le vogliamo; come negli spogliatoi della palestra al Ballardini a far ciacchere ciacchere ciacchere...A parlare..più o meno delle stesse cose...guys, vita e arte, con l'aggiunta di pannolini e miss caghotto che arrivano a un certo punto della vita, ma la Simo che è ancora single non ci può credere che siamo così, e che in realtà passiamo 3\4 della giornata a parlare di merda e parti con l'epidurale, tanto che deve dormire in mezzo a baby Lina che gnicca tutta la notte e si sveglia alle 4,30 di mattina, con la sua mamma che la porta alla stazione marittima alle 6.00 a.m. (unico bar aperto) al Lido se la prendono comoda..E girerebbe con una molletta al naso zia Simo, per non sentire quegli odorini di varie entità a cui noi mamme siamo assuefatte! 
Al loro arrivo al Lido le vedo scendere dal vaporetto come 2 dive da festival del cinema, con una Venezia alle spalle dal cielo terso e il mare azzurro; il passeggino e il pancione di Fede mi commuovono e nei loro occhi quella così familiare sensazione di joie de vivre che mi hanno sempre trasmesso quelle 2 spilungone, che son finite a vivere in altre realtà, per il senso di viaggiare e di conoscere. Si la Simo era partita da Faenza per Ny e ora ha la cittadinanza canadese e Fede nell'animo è sempre stata anglosassone tra Irlanda e UK.
Arriviamo in pompa magna alla spiaggia privata con tanto di cappello e passeggini, zeppe anni 70 e occhialoni, ma neanche il tempo di un bagno e ci cacciano via!! Ah ha ah! Allora ci fermiamo davanti al cartello per i turisti e miss Castellini Holland, parte con uno dei suoi ragionamenti curiosi sul percorso del Lido, il nord e il sud, e ovviamente non ne viene a capo finchè 24 ore dopo e svariate ipotesi, il Cicci le spiega con una cartina da che parte è arrivata..
Scendiamo a piedi, con i passeggini trainati nella sabbia, un pò meno zelanti di prima, al bagno meno chic ma sempre privato del Lido, dove comunque una capanna di seconda mano (la cabina mini appartamento di legno) costa sulle 1500 euro al mese, anche se in quel bagno dove arriviamo, da mentecatte, sembrano di eternit le tettoie e dal bar non si vede il mare, ma almeno il caffè è buono e costa 90 centesimi, che bazza pensa la Fede, e tra ghiaccioli e cappuccini spendiamo tipo 5 euro..entusiasmo da 16enni!!



Ma la Simo che è la più posh, pensa già che domani vuole prendere il taxi per la stazione, spendere 50 euro e sentirsi davvero Posh!
Oramai sudate, senza scarpe e coi cappelli spiegati, ci arriva addosso un nuvolone da Fantozzi, partono i fulmini e la pioggia a goccioloni, passando per il Palazzo del cinema (alla Castellini NON piace) Troppo fascista dice, e breve tour alla terrazza dell' Excelsior, si mettono a cercare il wi fi con l'i phone, e poi ci facciamo fare 20 foto da Viola prima che ci prenda anche la testa e le facce, per postarla su Facebook, ma missione 2 non riuscita. Autoscatti e foto da altre turiste, per dei ricordi memorabili.
Così la pioggia ci mette quel pizzicorino di eccitazione da giorni di scuola e il pensiero: "troviamoci un bar che non sia l'excelsior da non farci cacciare di nuovo" per prendere l'aperitivo delle 5, oltre che il tè per lady, sempre Castellini Holland.
Il bar Bepi, sotto casa, fa al caso nostro, sprtitz a 3 euro l'uno, bar da biliardo e cessi con la turca..sembra di stare al Clan Destino!! Tutto regolare, anche perchè ci sentiamo come ad un tavolo dell'Excelsior, ridiamo, come a 16 anni e zia Simo ha Pepe sul petto che dorme, con Viola che ripete la stessa cosa 47 volte..." mamma, posso farmi un tatuaggio anch'io quando son grande?"!! E con le patatine in mano si ribalta col passeggino e ormai fa cadere l'unica vetrinetta coi vasi di Murano...
Al secondo giro di sprtitz si sveglia la Pepe, mentre la Lina stoica non ha ancora dormito dalle 5 di mattina..E allora a casa per la cena di pesce che ho promesso alle mie girls, BELE tutta la vita..
Wi Fi debole, ma riusciamo a condividere alcune felicità di queste ore: Beautiful Venice e il mare, a very good time with true friends, una bebè con gli occhi azzurri che gattona per casa al mattino..che meraviglia..

Riusciamo anche a uscire la sera, a prendere il gelato con 15 gradi e l'aria umida, nessuno in giro! con la barosola di cioccolato e la pipì di Viola vicino al marciapiede (la SImo è sempre più sconcertata) Ma al mattino ci dice che le è venuto l'istinto materno!...Menomale!
mangiamo le paste della pasticceria ancora calde, dal giro mattutino della Lina insonne, finiti i pannolini e signorina FIRTY PANTIES, è una cosa adorabile e il suo sorriso è contagioso, ci innamoriamo tutti di lei, comprese Viola e Pepe che la terrebbero come sorellina senza pensarci un attimo...
Coniato anche il termine inglese "Sissy Willy" ovvero il Willy di Phil e di Ciccetti che fanno solo "Sissy"
when a male reproducing organ can only produce female children)..
W le donne e vive la vie! 

19.6.12

Questa sera..




Percorro il corso principale del Lido per arrivare in tempo alla stazione marittima, appuntamento alle 8.45-9.00 p.m. per fotografare il tramonto dalla banchina da cui tutta Venezia e i suoi campanili si impalpano di rosa e di fuoco.
Sono i giorni più lunghi dell'anno e io ci sono dentro fino al collo.
Sulla strada, tutti i barettini attrezzati per la partita Italia-Irlanda, anche i cinesi con i loro bar più economici e un pò meno alla moda; ci sono gli irlandesi, ovviamente con birra alla mano, già ubriachi, in vacanza, ovviamente giovani; che hanno presto posto, sono in canotta o a petto nudo, arrossati dal sole, con gli occhi azzurri e le labbra sottili, coi capelli quasi a zero e il loro colore verde Irlanda.
Io arrivo con qualche minuto di anticipo al mio fischio d'inizio, il campo del cielo è ancora compatto e i giochi di luce sul mare stanno solo scaldandosi un pò, di rosa, di grigio azzurro, tra le scie dei vaporetti e i motoscafi che segnano le linee. Non sono solo io a guardare, ci sono anche i turisti che si fermano a fotografare, con gli occhi dilatati per questo incanto che inizia e finisce tutte le sere; e quelli dei vaporetti non ci fanno più caso e a loro non serve come me per me, per ispirarmi a una tela e a questi colori.

Penso, il cuore mi batte forte, da quando son partita da quelle idi di maggio, penso a chi è con me in questo viaggio, sempre, tirando un calcio alle ragioni.
Mi sembra tutto così perfetto, come questi campanili costruiti verso il cielo, su questa strada con l'odore di mare, col profumo di lontananza e qualche parola che mi fa capire l'amore, per questa infinita perfezione.
Penso a Londra, se riuscirò a vedere Damien Hirst alla Tate, con la sua ironica leggerezza, se riuscirò a sentirmi così percorrendo le strade romane allora, in quel passato che si schiude come una luna. 
Batte il cuore a mille, che anche la voce fatica ad uscire per mandar giù il gozzo, di ciò che manca, di ciò che entusiasma e ti rizza la pelle e che vorresti condividere a tutti i costi, si fa carne in un attimo di silenzio e poi esulta, e ti piace, ti prende allo stomaco; è questa voglia di vivere con te, con l'anima di sempre.
Mi allontano all'imbrunire e woooh un boato alle mie spalle mi fa da ovation, ha segnato l'Italia ed è arrivata l'ora blu, guarda il cielo, mi dice; e io capisco che la rete del mio cuore è vinta.