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24.11.09

Martini Cocktail (da un'idea di un'amica)


QUESTI POST SERVIRANNO DA GUIDA PER COLORO CHE VORRANNO GUSTARE UN BUON MARTINI COCKTAIL IN GIRO PER IL MONDO, A COMINCIARE DAL LUOGO, DAL SAPORE, DALLA QUALITà DEL GIN ADOPERATO.

IMOLA, Italy, BAR OTELLO
Qui ho scoperto il martini cocktail, nel 1998, quando Antonello, che allora gestiva il bar, consigliò a me, Keren, Andreino e Francesco di provare questo cocktail per eccellenza, e rigorosamente con gin Bombay Sapphire.
La storia vuole che il primo amore non si scordi mai, e da sempre preferisco il Bombay a tutti gli altri gin, che ha un gusto fruttato, speziato, al palato secco e morbido. Ovviamente il martini dry serve solo da risciacquo per i bicchieri gelati,e ogni altro modo in cui viene preparato il martini è solo una pessima e stucchevole imitazione. ( il M.C. con il martini dry shakerato è veramente vomitevole)
Antonello ha lasciato l'eredità alle cortigiane Elvira e Veronica, la prima dal look total black ma con un sorriso dolce, e l'altra da residuo discotecaro e marittimo anni 80, a voi il giudizio, io credo che con il sorriso di Elvira si sfiori la perfezione del cocktail.
Il tutto servito da eccellenti snack, anche se le olive non sono sempre le migliori, quelle spagnole di basso costo anzichè le greche o pugliesi verdi, di ottima qualità.
3 bicchieri martini, su una scala di 4.
prezzo 7 euro

ISOLA DI SALINA (GLOSSA) Sicily, DA GASTONE
Il luogo è magico e l'atmosfera altrettanto, l'unica idea che ti viene in mente, guardando il mare sui colori dei tramonto é: ci manca solo un martini cocktail ghiacciato; Ma considerando che quel luogo è famoso in tutta la Sicilia e il continente per le granite siciliane, ottime veramente, Il nostro cocktail preferito prende una piega dolciastra e a macchia d'olio, purtoppo il ragazzetto sgallettante, fa si, il gesto di sciacquare il bicchiere, ma troppo velocemente da lasciarne sul fondo una quantità sgradevole al palato, da petroliera in gergo, e finisce che l'oliva è anch'essa unta dalla scatola di latta, nonostante la qualità eccellente.
Perdoniamo il giovane (bono come il pane) bartender stagionale con voto 2 bicchieri, salvato dall'aria mediterranea e salata che ha dato un sapore anacronistico e surreale al tempo di un imbrunire di cielo.
Con me in questo viaggio martini: Cic, Fede e Fabio

Coming soon: M.C. ai piedi del vulcano di Stromboli, isola di Alicudi servito da minorenne, New York New York..

24.10.09

IL POSTO IN CUI VIVERE

E’ da anni che cerco il posto ideale in cui vivere tutta la vita, e sempre più fortemente mi assale l’idea che questo posto non esista, e, con molta retorica, credo si trovi solo in noi stessi.
Da che la ricerca e il viaggio siano le poche cose della vita a renderti vivo.
Assieme all’idea e alla voluttà di cambiamento, un posto o un cibo che cambia sempre di sapore, come un’aria, una stagione, una possibilità.
Da 10 anni ritorno in Grecia perché è come una calamita di ferro nella tiepidezza dell’aria. Il paradosso dell’esistenza.
La scoperta della metropoli poi ha insinuato in me milioni di presupposti per continuare sempre una strada diversa.
Si, perché la metropoli è come un organismo vivente, dalla facciata grigia ma dai sotterranei palpitanti, da sempre ispira poeti, artisti, girovaghi. Purtoppo invece la provincia è un organismo morente.
Il caos della metropoli a me assomiglia alle onde del mare e di notte sono sicura di essere cullata da queste scosse d’acciaio e di percorsi.
La scia delle auto la sera, mi ricorda l’aurora delle isole che hanno colori impensabili, anche se purtroppo sono colori d’inquinamento..
Ma è il mondo in cui vivo, la città in cui palpito e cammino. Sempre pensando di essere in un altro posto, con qualcun altro, e una persona diversa da me.
Le mie moltitudini giocano con le calche e le marree dai mille disegni sulla battigia, secondo dopo secondo.
Un secondo eravamo a Vienna nel silenzio, con la neve che scendeva dal rumore ovattato, dal gelo che faceva come perdere i sensi, di dove fosse una strada, un’auta sepolta, un cartello per la stazione sudbanoff.
Avevamo l’opera di fianco, per due mesi potevamo sentire le arie in tedesco di liriche famose.
E il pane nero e ogni grasso per rotaie gelate continuavano il viaggio. Assieme alla sensazione di grande freddo.
Il fuoco in casa e le finestre a specchio dei vicini, le luci e l’odore di carne ribollita.
Siamo su una strada del mio immaginario come la steppa russa, stiamo andando a Budapest dove un varco che pare un autogrill molto misero è in realtà un change per i fiorini, o forint…

10.10.09

Articolo Diario Messaggero


Tra la luce e la bellezza del caos

Caterina e Andrea scrivono da Atene

09/10/2009

Caterina Minganti e Andrea Nanetti, due imolians a pieno titolo, ci scrivono da Atene, dove si trovano con la piccola Viola. E la loro famigliola sta per ampliarsi...
m.ad.m.

«La nostra storia comincia nel 1999, quando da ’morosi’, coltivavamo l’interesse per la cultura ellenica, la storia dell’arte e il senso del viaggio. Andrea stava finendo il dottorato in storia bizantina ed era già stato ad Atene per quattro anni come borsista dell’Ateneo di Bologna e della fondazione Onassis; alla fine di quell’anno io visitai per la prima volta quella terra tanto sognata, tra Kerkira, Atene, le Cicladi e il Peloponneso, dove abbiamo istituito la scuola Meduproject di greco moderno.
Trovai subito un feeling speciale con questa terra: la sua lingua dai suoni come liriche cantate, la sua luce accecante e quell’atmosfera mediterranea di pace e di cicale che cantano sugli ulivi. Decisi immediatamente di chiedere l’Erasmus all’Accademia di Belle Arti che frequentavo, e nelle tre scelte in Europa che potevo presentare scrissi tre volte: Atene Atene Atene.
Così arrivai in questa città meravigliosa e unica, dispersa nei sobborghi vicino alla grandissima strada che portava al vecchio aeroporto e al mare; avevo affittato tramite un annuncio Erasmus una stanza nel quartiere di Agios Dimitrios, lontano dal centro, un autentico quartiere popolare greco.
Dividevo la casa con un’irlandese e una parigina, colleghe dell’Accademia di Atene che si trova nella strada verso il Pireo.
Da subito imparai un diverso modo di vivere, di concepire una città: non era più il centro di Imola con le solite persone, le stesse facce che vedevo mille volte e che il più delle volte schivavo, forse perché eterni testimoni dei miei sogni mai realizzati... Perché ’andare’ vuol dire provarci, con coraggio, sacrifici, andar via significa volere sempre di più, e non terminare mai quel viaggio di ricerca, quel sogno.
Percorrevo per la prima volta strade enormi, guardavo le luci di milioni di finestre e di balconi da cui spuntavano sempre un sorriso, una musica, un bouganville, da quel clima meraviglioso che resta per tutto l’anno. Notai fin dall’inizio i modi greci, a volte un po’ maleducati con le automobili, con i taxi, ma di una cordialità estrema con i turisti, gli italiani in particolare, come un senso di ammirazione, e poi la spiritualità di certe signore che si fanno il segno della Croce ad ogni chiesa che incontrano, il rigirare dei ’komboloi’ tra le dita di ogni buon greco, gesti di cultura orientale che hanno un senso unico per ogni persona, che tra le dita passano come una promessa o un proposito.
Una metropoli come Atene ha tutto quello che ogni altra metropoli possiede: i musei, i teatri, i bar più alla moda, il design, i negozi, la cultura ma, in più, Atene ha tantissime altre bellezze: la più bella è mantenere le sue tradizioni, le antichità ovviamente, ma anche certi quartieri dai profumi orientali, stesi come tappeti da quelle case senza tetti con gli impianti solari che luccicano riflessi nella luce. Lo strano assemblaggio di tutto, i mega cartelli pubblicitari, il bianco, lo sporco, gli alberi imbrattati con la calce. E poi il mercato comunale, la Pasqua greca che esplode di fuochi d’artificio, di luce tramandata e scambiata a ogni candela con parole come ’Cristo è risorto - è la verità’. Con gli agnelli arrosto in ogni strada, le uova colorate di porpora e la musica rebetika.
Nel 2003 abbiamo deciso di sposarci nell’isola di Syros con rito cattolico greco, in mezzo a due montagne da cui si vede il mare. Due montagne che scandiscono i canti ortodossi, l’incenso, le icone bizantine e la chiesa cattolica di San Giorgio, ma ancora una volta ’una faccia è una razza’, perché la Pasqua viene festeggiata insieme. Dopo dieci anni dal mio passaggio, il caos rimane e non si ferma mai, i clacson assordano, i venditori ambulanti urlano tra l’odore acre di carne e di pesce, e ogni volta ho sempre voglia di ritornare, per viverci qualche mese e sentirmi anch’io greca, in armonia, persa e alienata nel caos, tra migliaia di persone, di storia, storie, luce, eternità.
Così ogni anno cerchiamo di fare combaciare i nostri lavori con la Grecia, Andrea come storico, e io da artista.
Andare via ci insegna a vivere nella totalità, a ritornare e a riscoprire le nostre radici. Certo, amo molto la mia città, nel senso della famiglia, degli amici e dei luoghi a me cari, come il fiume, Faenza, e la vicinanza alle bellissime città italiane, ma ho sempre voglia di cambiare, di sentire questi gusti diversi dalla solita minestra al ragù. Ci piace fare colazione alla greca con pomodori e olive, mangiare le viscere alla brace a Pasqua, bere il caffè col fondo e l’ouzo come aperitivo se siamo qui e, in ogni luogo, quello che è di quel luogo.
Ci piace stare in cima all’Acropoli all’ora del tramonto e vedere il cielo che si fa rosa, sia lì o dal nostro balconcino, sia a Imola, ad Atene, o in tutti i posti in cui abbiamo vissuto in questi anni: siamo stati all’Università di Princeton per tre mesi, e a New York dove ad Andrea è stata offerta una ’global distinguished professorship’ in studi medievali. Bambini permettendo speriamo di usufruirne almeno per un trimestre l’anno.
Da ogni finestra in cui ci ritroviamo facciamo progetti sui lavori futuri, sui percorsi, sulle ricerche, passando da Venezia, dalla Sicilia, Vienna, Roma, Budapest, e un giretto nella nostra campagna imolese guardando la bellissima villa Muggia o uno dei posti che nel mio immaginario mi dà nostalgia, come il viale Dante, e l’architettura razionalista; ma niente manca, perché tutto ritorna prima o poi, con la vita dei figli che continuano i nostri sogni.
I contatti Erasmus mi hanno permesso di realizzare due mostre importanti in Grecia, a Syros e a Sparta e tuttora continuo a lavorare come pittrice, a fotografare e a scrivere su Atene...
Al momento Andrea insegna storia bizantina nell’Università americana e io sto realizzando il mio progetto di un corso di educazione artistica per bambini, ispirandomi al metodo Munari.
Questa è la nostra vita da imolians...
Caterina e Andrea».

31.7.09

§ FAby



la Faby è una gran sborona! Si, è una sburissima..c'ha la moto, i tatuaggi, i capelli lunghi bellissimi e c'ha tutti i rimedi anticellulite, antirughe, anticaduta, antimacchie, antipanico, antiruggine, antisettici. Perchè lavora e vende su internet integratori alimentari, per una ditta di 2 palestrati mezzi americani un pò freaks nella campagna di Cotignola, assieme a un cane di razza boxer super viziato che soffre di diarrea, e quando i frekkettoni sono in giro la faby se ne deve occupare.
La Faby è di Casola Valsenio e ci tiene molto alle sue origini montanare, paesane, folcloristiche.
Passione totale per la fotografia, la moto, i viaggi, la vita...i gioielli freak,(ha avuto un negozio a Faenza per anni)
VIZI E VIRTù: in ordine
FUMO, ALCOOL, SESSO, DROGA, ROCK&ROLL (in misure consentite dalla legge)
DOLCEZZA, FORZA INTERIORE, BELLEZZA, ILARITà, PRECISIONE, SENSIBILITà, (in misure non quantificabili)
La sua festa preferita non è Natale o capodanno, ma il ritrovo degli speleologi, lei non è una speleo, ma gira tutta Italia (a volte con la Cami e la Fede) per le loro feste pazze; pare che questi omoni organizzino dei ritrovi da vichinghi, con falò, cinghiali alla griglia, alberi della cuccagna, una gran baracca, e il gioco preferito di Faby è essere catturata da quei sandroni, farsi versare la birra nell'ombelico da cui poi possano bere...ma questi forse erano i vecchi tempi..
Fino alla rovina più totale anno 98? Nel camper anni 60 della Fede dove per poco non la perdevamo piegate in mutande a stracciare l'impossibile..
E' felicemente fidanzata con Ivan il terribile (romantico)...
Sulla Faby, si può sempre contare! Love

28.6.09

I MIEI AMATI APPENNINI

E' a Casetta di Tiara, che il poeta Dino Campana, incontrava la scrittrice Sibilla Alerano, un 'amore sopra ogni parola, sfida, follia e bellezza. E' sugli Appennini che Campana amava perdersi, tra i boschi e le montagne, e scrivendo la poesia che strappa il cuore e mangia terra come un amplesso consumato in un bosco.
Non so quanti nella vita abbiano avuto la fortuna di fare l'amore in un castagneto o tra i filari di vite, io so che la poesia di Campana, tra passi dove battono botte e passione per la natura e l'amore, mi fa sognare e desiderare. Desiderare la poesia come sempre un modo per cambiare il mondo, leggere la mia vita e quella di chi desidero, in una lettura di sentimenti a volte dolorosi e malinconici, desideri che non saranno consumati ma resteranno eterni.
La lunga relazione epistolare tra i due, continuò per molto tempo, ci sono documenti della Posta di Firenzuola che testimoniano oltretutto, la grande rapidità dei tempi in cui veniva consegnata, a Firenze a casa di Sibilla.
Fino a quando i due passarono 2 mesi interi insieme alla Locanda di Casetta.
Casetta era il fulcro di passaggio per chi si spostava da una vallata all'altra, la prima volta che Campana e Sibilla la risalirono, poichè giungevano dalle parti di Rifredo, toccarono la Badia di Moscheta e attraversarono la valle dell'Inferno.
C'è una famosa cartolina del luogo in cui Campana scrive all'Alerano e traccia un segno nel cielo raffigurato, scrivendo:"nos ètoiles" le nostre stelle. "Questo è il nostro cielo, le nostre stelle, l'orizzonte notturno nel quale si è consumata la nostra gioia."
Purtroppo la malattia di Campana, (era molto molto suonato) lo portò a interrrompere la relazione con Sibilla, ma grazie a questo scrisse la poesia più cruda e passionale, a mio parere di ogni tempo. Altrettanto Sibilla.

Dino Campana per Sibilla Aleramo:

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose

P.S. E così dimenticammo le rose.

25.6.09

OGNI COSA è ILLUMINATA

La vita è l'arte più difficile...
Sono giorni strani, quasi di luna piena, onnivori, caparbi, sonnolenti. Volevo parlare di arte in questo post, ma poi parlo parlo sempre di me, e forse non vi è differenza tra ciò che si vuole esprimere e la propria esistenza. Si è così. Ritornerò a me stessa.
Ho scelto la mia vita, in una miriade di colori, tra bozze infinite e scarabocchi, trovando sempre un disegno stabilito e studiato, in me stessa e nella ricerca. Voglio provare ogni cosa, ma ho fatto una promessa a me stessa e ho fatto una promessa a Dio. Mio padre è l'unico che sa sempre tutto, sa ogni cosa, ed io da quando son nata vedo ogni cosa illuminata quando la dice lui. A mia figlia può insegnare tante cose, potrebbe se solo avesse tempo, è una cosa illuminata e straziante la vita, e devo lasciarla andare e non essere egoista, e tenermi la luce rassicurante di mio papà, ma a dire il vero non la riesco ad immaginare una vita senza di lui. Lui che sa tutte quelle cose, ed anche oggi in ospedale nonostante fisso alla tv, per medicine da bomba mi ha corretto sulle cariatidi dell' Acropoli, e mi ricordavi il sorriso arcaico di una pietra, ed anche se ti hanno tolto mezzo fegato, mezzo intestino e mezzo polmone non ti hanno tolto mezzo cuore, e anche se le metastasi ora sono al cervello, mi ricorderai sempre tutti i miei sbagli e le mie ragioni. Grazie a te io credo nella vita e sento la spiritualità stringere le tue ancora bellissime mani. Ti piacerebbe la mia vita, anche quella che vivo come un libro, che sogno e desidero, in un rapporto che va al di là di tutto e della vita, come solo tu mi hai insegnato, con rispetto e amore infinito.

IL PALIO AL RIONE BIANCO



« Udite, Madonne e Cavalieri de' turriti castelli della Val d'Amone, delle piane ubertose di Romagna, genti terriere et genti forastiere.
Accorrete alla tenzone ch'ogn'anno si corre nel dì di Santo Pietro. Dalla Porta del Ponte et Montanara, dalla Porta Imolese et Ravegnana e da Durbecco, dame e cavalieri, armigieri e balestri muoveranno, alte portando le insegne dei Rioni, per disputar sul campo della giostra l'ambìto Palio, ch'a vincitor compete. E voi, Madonne, festeggiate i cavalieri ch'a all'incontro giostreran da prodi non meno di colui che lauro conquisterà nella contesa.

Alti volteggieran nel vento, d'abilissimi alfieri, gli stendardi et scalpitar di destrieri e balenar d'acciari, rinverdiranno i fasti della città manfreda. »
(Il Banditore chiama i Rioni "a singolar tenzone")

La settimana del Palio finisce con una cena propiziatoria, cena medioevale a lume di candela solo per gli abitanti del Rione, in segno di buon auspicio e augurio.
I 5 rioni della città si sfidano audacemente e pieni di fierezza a suon di colori, bandiere, fazzoletti indossati durante tutta la settimana; quando ero alle superiori al Ballardini, io forestiera da Imola, e sentivo parlare di schieramenti e di Rioni, non credevo che anche le mie amiche così contemporanee e alla moda vivessero queste tradizioni popolari: invece, con mio stupore e ammirazione sfoggiano e si immergono in questa bellissima atmosfera.
La donazione dei ceri, per la patrona della città. La Beata Vergine delle Grazie, cui musici e sbandieratori donano ceri illuminati nella sera, davanti alla cattedrale nella bellissima piazza come un quadro di De Chirico.
Il ragazzo di Fabiola è un rionale sfegatato, mi ha veramente commosso il suo ardore per il Rione! Il suo volontariato ogni sera allo strappo dei numeri per la tavolata, alle sfilate degli sbandieratori, alla musica che dedica, col suo "live in Durbecco"..
Un'altro avvenimento legato al Palio è un'altra festa a me molto cara con tanti ricordi: La Not de' bisò, il vin brulè bevuto nel tradizionale bisò, tazza di ceramica, aspettando la mezzanotte del 5 gennaio, per bruciare il Niballo, vestito coi colori del Rione vincitore dell'anno precedente, e brucia scaramantico scaldando la sfida. Di ogni nostra vita.
Come Ivan ha ben descritto nei sui post, e nelle foto: "Fierezza di costanza borghigiana,ecccocii.... e voi di là dal ponte..il cielo abbraccia chi cerca gloria..."
(foto di Fabiola Tagliaferri)

23.6.09

RICAPITOLANDO...una serata particolare.. come tante (my friends)




Camilla Conti: mòòòòòòòòò che cottura! sta sera cenetta da Bettina
Federica Castellini Holland: ok so..run around the block and then wine, its such a beautiful evening!
SImona Taroni: non pervenuta
Gianluca Tampieri;Bono eh. Parò dù caplètt...
Fabiola Tagliaferri.. giornate come questa spero siano pochissime ...
Caterina Minganti: Bloody Mary is not a folklore, it's a cocktail!

RICAPITOLANDO:

La colonna sonora è quella di C.S.I NY da dove anche stasera ho imparato tante cose, tra cui la bella storiella di Argo che aveva 100 occhi e che finiscono poi nella coda del pavone...
Allora la Cami è sempre più fusa e ormai per lei parlare di cottura-bollitura-cenette da Bettina, al Rione bianco-e concerti di dadone?e dj giacobazzi è come parlare di sesso e la solita minestra, quando con bibo e la faby pensa che i cappelletti siano sorbetti o soffioni o pomponi o insomma..(sarà riportata la lunga discussione)E anche la natura e gli alberi di rovere o tek diventano simboli fallici per la cami CIAKKA CIAKKA come dice leiiiii!
Beh dev'essere la primavera..Che fa delle bellissime serate dopo pioggia qui e anche a Dublino, dove la fede corre fino al pub per paura di perdere lo sgabello vero? O teme che il suo super lato B diventi un culone! Ma vai tranquilla che la Faby ci ha promesso(dal sito in cui lavora)un rimedio anticellulite totale, descritta da lei come "Crema miracolosa" Già ce l'ho nel culo" diceva nell'ultimo messaggio a 46 risposte(che aveva interessato molto me e cami..non bibo ovviamente,anche se secondo me non gli spiacerebbe diventare la dottoressa Bibone-Tirone per accarezzare un pò di culi con la crema antibucciad'arancia..
Adesso che sei diventata azdora dublinese...riscrivendo le ricette dei cappelletti al ripieno di prosciutto ungherese LIDL...
Faby, non ho capito chi dovessi inocotrare ma penso che tu ti sia ripresa bene come sempre e hai messo su due fotine nuove per farci le ghignatine...ma quello che si diverte di più è sempre Bibo..chissà le lumine della sua testa che come un tetris si incastrano e si mettono in fila... per inventare una nuova identità per il profilo..(e chiudiamo qui)Per adesso lo vediamo ancora col pizzetto sulla fronte tipo Argo dai cent'occhi. Ma il meglio è sempre Indovina Bibo con la faccia da cattivo..
La Simo si diverte tanto anche lei a tartassare di domande..tantedomande tante idee..
ed è sicuramente la più bad bad bad...
E about me:
NOTHING BETTER, I ALSO USE CLAMATO OCCASIONALLY -- IT ROCKS. ALSO, CELERY-PICKLES-PEPPERCHINI'S-OLIVES A MUST. HORSERADISH MAKES FOR A NICE CHANGE SOMETIMES TOO - AS SOMEONE STATED ABOVE...AND USE CELERY SEED IN PLACE OF CELERY SALT IF U DONT LIKE THEM TOO SALTY. ANYTIME OF ANYDAY !(from bloody maria)!

18.6.09

§ UNA VOLTA AL MESE: Simo


Detta Zimo..
Luogo di Nascita: Castel Bolognese
Residente a: Montreal-Canada.
Si vedeva da quando ti ho visto per la prima volta il primo giorno di scuola nel lontano 1991?! argh....che ti stava stretto tutto della provincia, ti stavano stretti i jeans rossi un pò ibizenchi, e la frangiona da residuo anni 80...le tue scarpe da ballerina le avevi giò attaccate al muro e un primo anno di ragioneria ti era stato stretto al collo...ma hai deciso di volare via ad ogni occasione con le tue bellissime ali...
Così hai iniziato con noi, quella finestra sul mondo al Ballardini, dove un pò di libertà ce lo dava lo stile americano degli armadietti da high school in corridoio, il cambio di aula ad ogni ora tra ceramica e design, e gli studenti di tanti paesi, e se ricordi i greci, tanti, che ci facevano sognare..
Stangona e una delle più brillanti della classe, senza essere secchiona e per niente nerd..anzi così appariscente da far innamorare anche i prof..vabhè quello di decorazione ci provava un pò con tutte..
Poi la maturità e non ti hanno preso all'Isia solo perchè non eri imbazzata, ma li avresti stesi tutti..ma perchè non era destino, e la tua strada profumava già di mondanità anche solo lavorando da tranburger..(anche Bill Gates ha iniziato così)..e quando è arrivata l'occasione sei partita per i veri Hamburgers di Ny..
Eri lontana da noi anni luce, ti eri fatta il tuo mondo di ogni cultura possibile e apertura totale, per noi era come guardare un film, e il solo pensiero ci faveva stare bene, di te lontana a conquistare il mondo..Poi sei finita in Canada, ancora più fiabeggiante con la filastrocca in mente di quella casetta in canadà...
E anche se vivi a little Italy, rimane grande la tua libertà...
Come quando leggo un libro che mi piace, vorrei poter essere il vicino di casa dell'autore, vivere con lui nella stessa città, prenderci l'aperitivo il venerdì sera e condividere un pò tutto, anche quando tutto il mondo è paese...

love u Zimoxxx

7.6.09

I LOVE SAGRA DI PENTECOSTE


E' dal milleottocento e rotti che ogni anno a maggio, dopo la benedizione delle rose davanti alle viti, si festeggia con la sagra di Pentecoste, in ringraziamento alla Madonna che salvò Castel Bolognese dalla peste.
Io che ero con una castellana doc, trasferita in Canada da anni, ho potuto vedere la grazia e la feccia della stessa faccia di una medaglia, come un'opera di Biancini, retta e fiera a cavallo della via Emilia, dello smog e dell'odore delle rose, come simbolo della vita e della morte di una tradizione.
I carri delle varie parrocchie, ricolmi di botti e di viti diventate rosso purpureo, del nostro beneamato Sangiovese, sangue di romagna, nelle vene della malinconia.
Così la mia stupenda amica, scintillava tra la folla un pò cupa, del solito paese un pò bigotto, che licenzia dal bar una ragazza perchè gay.
Ma la tombola vince sempre col 33, anni di Cristo ferito dai pregiudizi, anche quelli di chi se va per conoscere il mondo, ma viene indicato e crocifisso senza pietà.
Povera lei, si sentiva in una via crucis di ricordi, delusioni, personaggi da circo Orfei che la guardavano come un fenomeno da baraccone, ed era solo la più bella rosa del paese.
In mezzo alla piovra della gente, c'era amore, passione, e spine sanguinolente.
Ma noi eravamo felici, con 1-2-3 sangiovesi a ridarci il sangue, a guardare la vita della gente che non ha vita e vive la vita degli altri...rose spezzate, rose cadute, rose volate al vento.
Mi hai detto che erano anni che non tornavi a questa festa, e forse, hai detto, è l'ultima volta che saresti tornata..
E nel cuore della folla hai trovato l'amore, nel profondo del tuo cuore, in ruote che scorrevano come carri un pò incerti di un trattore, scavando terra e mangiando terra.
Per un attimo non avresti voluto più andar via, sulle note di canzoni americane, sugli occhi di chi non voleva farti andare..
Ma i love la sagra di Pentecoste perchè ci sono persone dal profumo candido, c'è l'odore del ragù, e c'è l'odore dei nonni, e io adoro i nonni. Ci sono dialetti che nascondono poesie, portici che ci proteggono dal mondo, c'è chi ti vede lontano come un aereo nel cielo, ma ti sente, come un cuore che batte.
E sulla strada per sud, c'è sempre la Via Emilia e il west..

3.6.09

PHEDE&PHIL


Grazie ragazzi, ci avete stupito con effetti speciali, ci avete fatto battere il cuore a mille,
Da quando è arrivata la sposa più bella del mondo, perchè l'amicizia con voi è la cosa più bella al mondo, è come se si fosse illuminata la chiesa, la collina, la strada che portava la Dino parcheggiata e ornata da noi.
I primi ospiti che ho incontrato erano Damien e la sua ragazza greca Katerina, così ci siamo salutati con un Ya Sou, ho pensato che erano 2 modelli inglesi amici di Posh e Beckham, con la guida a destra un pò di metri prima, non li avevo riconosciuti, ma era proprio the best man con dama e poco dopo l'altro best man Killian, che si è presentato a me e Simo.
La nostra Fede aveva già fatto 4 giri del Monticino, pora stela, era arrivata in orario, mentre noi..hehe..e lo sposo, faceva rombare i motori della macchina. Ti abbiamo aspettato tutte dentro, come volevi tu, per sentire i bellissimi violini e vedere la tua entrata trionfale con quel tuo adorabile babbo e i suoi occhi felici.
Tutti hanno pensato la stessa cosa, eri la sposa più dolce,radiosa,speciale,luminosa che avessimo mai visto, anche se Phil aveva un bellissimo vestito bianco e il prete ti ha chiamato Federico!
Belli i tuoi fiori, la chiesa, e il vestito che ti ha fatto Gianna, il posto magnifico che avete scelto.
Spero non eri troppo scocciata dagli scherzetti scemi, perchè noi ci siamo divertiti molto a vederti schiacciare maccheroni insieme a Phil in cui sembravate in una danza irlandese; molto di più si è scocciato Phil sicuramente quando non trovava le chiavi della Dino..ma vabhè..Quando dopo un pò siete partiti e Phil faceva il "pataca" mi è venuto uno smanezzo al cuore..Topa ti sei sposata neca te!!!!!
E te ne andavi via come la signora Holland! Mi sono subito fatta amica la tua super suocera, che ammiro, e non solo per come ci ha dato il pagone all'aperitivo a stomaco vuoto senza fare una piega, ma perchè è una donna e un mito, con un'eleganza da regina e il cuore d'oro. Ed anche la tua mamma era molto bella, peace&love come sempre!
Non credevo che Brisighella fosse tanto romantica come quel tuo giorno, con la luce del dopo tempesta tutto terso e dilatato, le bandiere per la 100 km, il sole splendentissimo su di noi e tutti gli amici della tua splendida vita.
Ti sei emozionata quando hai visto la Simo eh? Dal Canada solo per te...più o meno!
Ma che favola di posto ci hai portato?..Oddio all'entrata c'erano 2 roccabilly in Harley che volevano portarsi via la Cami (soccia che personalino)..Te pareva che a momenti non ce la perdavamo..
E se nonc i fosse la Faby che scatta 15 foto al secondo, non avremmo tutti questi bei ricordi..
MA quello che mi ha toccato di più, e lo sai già, sono stati i discorsi..Voglio rivedere registrato quello di tuo padre, che mi ha fatto venire voglia di essere la persona più felice del mondo..voglio ricordarmi le sue parole di quando ti descriveva a Dublino, nel quartiere che gli pareva il più signorile, ("è, a tal deg, sei intervenuta tu") e dove vivevi con Phil i primi tempi col camino finto e fantasia. Di quando un pò amaramente ha ricordato la tua frase: Babbo non so se tornerò dall'Irlanda! e tuo papà che dell'Irlanda conosceva, solo il nome di alcuni calciatori della Yuve..Quando hai ricordato Sara, parte viva della tua esistenza felice, sempre.
Teddy e ha parlato del tuo spendido, candido, marito, il suo figlio più diverso, l'ha definito,il bambino prodigio che smanettava con qualsiasi filo-hi fi stereo, per trasformare una teiera in un impianto, per diventare un bravissimo e famoso designer, oggi.
Voi siete al mondo per stare insieme, lo dice Mary e te lo dicono le tue amiche..Ci hai fatto capire tante cose di te in questi anni, grazie a Phil e alla vostra armonia.
Erano tutti speciali, e avevamo anche la ciliegina sulla torta, accidenti per la torta di Vinci che aveva un pelo..s'è. cosa non è la vita!
Mi è sembrato anche di vedere Jhon Travolta che accompagnava la sorella di Phil..
E quando sono andata in piscina ho trovato i tuoi genitori sulla Lancia, facevano finta di guidare e andare in luna di miele, tuo padre mi ha urlato (io ero un pò lontana) : "Questa è la macchina del Sorpasso che guidava Gasman" ProPI quella sai, non un modello, costa 250mila euriii!!!!..Io ho sorriso e con la Simo abbiamo guardato il nostro-tuo cielo rosa che ci hai regalato.
Poi il ballo con Phil che ha inaugurato la pista, Fred e Ginger vi facevano un baffo..con la musica di Amarcord..
Lui ha cantato per te, (chissà cosa) tu gli hai cantato Gianna Gianna Gianna? Ma almeno abbiamo sfiorato il dubbio di un'altra donna con la prova della giarrettiera, (per fortuna non ti ha confuso con sua zia)
L'impianto stereo voluto da Phil nella disco roccia anni 90, penso si sentisse fino a Faenza e Imola, ma che carino che ha anche cantato l'inno irlandese!!! Te lo sei persa?
Ci sono altre mille cose da raccontare di questa giornata, potrei non finire mai, e spero restino sempre cosi con me.
Noi ti adoriamo, ti benediciamo!!!!! Lo sai.
Sei sempre la nostra Federoca-Olivia-Tandolina-Castel...
LOVE U FOR EVER..

17.5.09

UNA VOLTA AL MESE


Una volta al mese voglio parlare di una mia amica,il post sarà riconoscibile da un simbolo § per indicare il ciclo! Gli uomini pensano che le "nostre cose" ci diano alla testa!, ma non è vero, siamo sempre costanti e razionali!!:

Maggio è il mese di Fede, anche perchè si sposa il 30 ed è veramente un evento storico, siamo tutte eccitatissime, soprattutto noi compagne di scuola, per la super super Fede Castel:
segni particolari: stralunata, bellssima. Occhi da cerbiatta, bocca da Biancaneve, spirito:.....come descriverla..Assolutamente fuori da ogni contesto, gioia di vivere, simpatia assoluta, battuta pronta, romantica e cinica allo stesso tempo, una che si rialza da tutte le sfighe con un sorriso disarmante e una carica da caterpiller.Professione : industrial designer, città Dublino..Si è innamorata quando faceva l'erasmus..città Natale Faenza. Feticcio: borse di L.V. ma adora i mercatini e glii charity shops. Bevanda preferita: vino, ma va bene qualsiasi cosa di alcolico. Che è un'altra delle sue caretteristiche. Soprannome tra noi: Bigottona, perchè fa la suora col sesso, e per tante altre ragioni. Comunque me la spupazzerei sempre e quando c'è lei, c'è sicuramente, un gruppo di gente che ride si diverte, balla e dice cose assurde...i love u mitica fedy..mancano solo 6 gg!!!
Nella foto Fede a Dublino con il suo quasi sposo, ma la foto è di 7 anni fa per una pubblicità.
p.s. La Fede mi ha appena detto che quello che guida non è PHil Pippo..ahahahaha!!

15.5.09

STORIA DI UNA VIOLA E DI UNA MAMY

Mi è venuta la malinconia già, di averti nella pancia e vederti nascere, e voglio raccontarti quel giorno meraviglioso in cui sei arrivata così per leggerlo un giorno quando sarai grande e magari aspetterai anche tu un sogno.
Era l'1 Aprile 2008, ed eravamo fuori tempo massimo, in ritardo di 15 giorni, nonostante a Princeton la dott mi avesse sconsigliato di viaggiare 20 gg prima la data di scadenza, perchè potevi nascere sull'aeroplano, e io che ho tanta paura di volare, anzi di precipitare, mi son fatta passeggiate lunghissime sul volo di notte e quasi speravo che volessi scendere tu e farmi passare la paura.
Ma niente, il 21 Marzo d-day, c'era anche la luna piena e dicono che i bambini nascono più facilmente così, si, come stanno sotto i cavoli..
E passa pure la Pasqua, siamo a Marina nella nostra casetta a mangiarci l'agnello con Jorgos, e la mia pancia è davvero una luna piena, ma non scende neanche un pò..
Così l'1 Aprile decidono di farmi un bel pesce d'a. con il ricovero in ospedale e induzione di ossitocina per provocare le contrazioni..
Qui inizia il mio racconto delirante piccina...enjoy the splatter..
E' mattina presto e 2 giovani ostetriche mi infilano una specie di tampax imbevuto di medicinale, mi dicono di stare tranquilla, riposarmi che non succederà niente fino alla notte! Ok penso, almeno ci risparmiamo il pesce d'aprile, ma verso le 2 di pomeriggio inizio a sentire delle puntine da disegno punzecchiarmi i fianchi..bene, allora chiamo Andrea che è all'archivio a finire uno dei suoi ciclopici lavori infiniti, tra carte e documenti del medioevo; non fa in tempo ad arrivare che le puntine sono diventate coltelli affilati, sempre tra i reni e la pancia, qua bisogna chiamare l'ostetrica per avvertirla della svolta; ed ecco la graziosa 22enne che non sa assolutamente che dolore sto provando ma mi dice di domarlo, contenerlo, dosarlo, respirare profondamente ogni volta che arriva il fioretto a infilzarmi (io sto già pensando di andare in sala parto, quando lei mi fa il tracciato e mi dice che queste non sono vere contrazioni e dobbiamo aspettare che siano più regolari!Come non sono vere contrazioni? Aspettare quanto? Io sto già impazzendo dal dolore, e la mia compagna di stanza che ha partorito la sera prima ha invitato tutta la famiglia napoletana di 46 persone circa a festeggiare con babbà e pastiera nella nostra stanza...
Le successive 6 ore passano allo stesso modo, con un male che definirò poi quasi sopportabile, in confronto alle ore successive; inizio a passeggiare per il corridoio, faccio le respirazioni, mi metto sotto la doccia, facciamo altri 3-4 tracciati fino a sera verso le 8, e qui inizia il vero delirio; la 22enne passa il turno ad una camionista lesbo di 50 anni, di nome Grazia che sembra odiare il genere umano ma chissà perchè fa l'ostetrica, io la supplico, e inizio a supplicare ogni infermiera che incontro, ogni dottore e ogni marito in balia di farmi l'epidurale, darmi un calmante, del gas, una botta in testa. La Grazia mi visita e mi dice che sono dilatata di 2 cm e con la voce stridula mi dice: "considerando che lei è primipara ci vorranno ancora 8 ore, un cm all'ora" No, no no, io 8 ore così mi butto giù dalla finestra, chiamo Sandro, il mio ginecologo che non è di turno ma è amico di Andre, e mi dice, prendendomi in giro di prendere un analgesico! Io nel mio delirio ci credo, e ricomincio a supplicare la gente, ma dell'epidurale non se ne parla perchè dovevo prenotarla, e io che sono ganza quando me lo chiesero risposi: "Io sopporto bene il dolore"..Davvero se non lo vivi non ci credi. Le lance ogni 3 minuti erano diventati ferri da stiro roventi, che premevano sui reni per 5-7 secondi, a volte arrivavano a 10-16 secondi di stiraggio. Non riesco più a stare ferma ogni volta che ho una contrazione mi piego a terra, nel corridoio, nel cesso nel water, e il corridoio è diventato un girone infernale buio, e grottesco con donne che urlano si lamentano insultano il marito e le ostretriche, ma soprattutto urlano come disperate, ci guardiamo con compassione ogni pausa della conta e vogliamo morire!!! Andrea dopo vani tentativi di alleviarmi il male con massaggini alla schiena, suggeriti dalla capa ostetrica, si rassegna e mi dice: "Sono stanco morto" e se ne va a dormire nel mio letto vicino alla napoletana e al suo bebè.Io che ormai sono allo stremo non ci do neacnhe peso, mi trascino in sala visite per sapere se miracolosamante mi sono dilatata più in fretta, la stronza non mi vuole visitare, mi dice che se vengo prima non è che mi dilato di più..stronza!
Davvero a questo punto non capisco più cosa succede intorno a me, sento le grida infernali, vedo delle ombre con gli occhi rossi che mi passano vicini e i pianti dei bambini mi sembrano degli agnelli che belano, e mi chiedo anche che cosa ci fanno degli agnelli in ospedale? La capa ostetrica mi sembra Hannibal Lecter che mi chiede se sto sanguinando molto e se sto pensando a un cesareo, si si le dico per favore, basta che mi facciano un'anestesia totale. Intanto il mio cuore inizia a battere come quei venerdi sera da Otello quando mi facevo 3 martini cocktail e un pacchetto di Diana blu, non batte forte, ma aritmico e prolungato; sono le 2 di notte, e imploro per la visita, la stronza scuote la testa, ma Tiè, sono dilatata di 8, si può andare in sala parto, corro da Andre che se la sta ronfando alla grande, per me è fatta...
La sala parto è veramente inquietante e la poltrona dove spingere mi sembra la sedia elettrica, mi ci siedo, mi attacco ai ferri e ad ogni contrazione mi incitano tutti a spingere, perchè intanto ho buttato giù dal letto Sandro che mi ha maledetto; tutti hanno gli occhi puntati sulla mia vagina enorme, e c'è chi ci infila la mano, chi la pulisce, chi le parla, io spingo come una indemoniata facendomi scoppiare i capillari nelgli occhi, ma non succede niente!!!
Grazia, non di fatto, mi consiglia di mettermi in posizione quadrupede, con tutta la gente lì a fare il tifo, come in un rodeo, Sandro mi mette in un'altra posizione, davvero sembra un mix tra twister e il kamasutra, lui mi spinge nella pancia, l'altra mi tiene su una gamba, Andrea smette di parlare e tutti diventano seri d'un tratto...
Sandroscuote la testa guardandomi la vagina e mi dice: ti devo tagliare un pò ma non sentirai niente, mi fanno un pò di anestesia, anche se un'altra 22enne mi fa 4 bucarelli nella mano prima di trovare la vena. Il bisturi scivola e apre un mare di sangue, e quel "ti taglio un pò è un'eufemismo, Adesso però devo di nuovo spingere e Grazia mi dice "come se facessi la cacca" ed è ovvio che è uscita anche la cacca, e le emorroidi, tanto per animare e definire il parto un'esperienza eccezionale da vivere col proprio marito e ravvivare il romanticismo, magari con il fetish..
"Vai benissimo" primo incitamento positivo, e allora continuo e continuo con gli urli satanici e sono veramente diventata la bambina dell'esorcista sul letto, riesco anche a vomitare verde e dire parole mai udite...
L'ultima cosa che ho sentito da Sandro è stata : "Con violenza!" e Viola è fiondata fuori come un missile...pensavo succedesse, come vedi nei film,: si vedono i capelli, la testa, la spalla e te lo tirano via, invece con il varco è stato come lo Sputnik..
Mia adorata, sei fiondata nel sangue e nella merda, appena nata, la vita è così, e per poco non scivolavi dalle loro mani, il cordone che ci univa sembrava il filo del telefono anni 90 della swatch, tutto verde e attorcigliato come la coda di un maialino, Andrea l'ha reciso e ti hanno messo sul mio seno, tutta biancastra e nera come un negretto di quelle tribù che si dipingono di bianco con le feci di capra e la calce. Sono le 4.55 del mattino,sei nata con la camicia, la placenta ti avvolgeva tutta, eri un mostrino bellissimo con delle ciglia lunghe lunghe, mi hai subito guardata con il tuo sguardo dolcissimo e luminoso con i tuoi occhi dorati e disarmanti. Ti mordevi le labbra come faccio io e anche adesso lo fai spesso, rendendo la tua boccuccia adorabile. Per il tuo babbo è stato amore a prima vista, ti ha portato al lavatoio con Grazia e ti hanno messo la tutina rosa col tulle che avevamo preso in America. Per me l'amore infinito per te era iniziato dal primo momento che ho saputo di aspettarti, da quanto eri un misero fagiolino, da quanto nell'eco abbiamo sentito il tuo battito dentro di me, da quando si vedevano i tuoi piedini più grandi della tua testa, e sentito i tuoi calcetti la notte, e il primo che li ha sentiti è stato il tuo papà, quando mi teneva stretta una
notte.
Per me eri solo un miracolo che potevo vedere, e non solo sentire, una felicità che avevo sognato per tutta la vita.
E questo lunghissimo post è per te, per la tua luce infinita, gioia, meraviglia di ogni giorno..Ti adoro piccola Bubu.

2.5.09

LA POESIA VISIVA

Si può dire che io sia cresciuta a pane e poesia, o meglio, a pane, conformismo e poesia, i miei genitori sono tipi abbastanza tradizionali, anche se la mia mamma dipingeva e il babbo, dottore in economia e commercio si è sempre interessato alla letteratura, all'arte (classica) all'esoterismo, allo sport, e praticamente a tutto. Ma quando sono nata nel settembre del 1977, mio zio Carlo Marcello Conti, il grande poeta, cominciava la sua avventura come editore, a Piratello la casa dei miei nonni, dove oggi ho il mio laboratorio d'artista. E la poesia incominciava con me, con mia cugina Ezra ( ! ) e un' infanzia bucolica tra le suore dell'asilo e un artista pazzo che periodicamente lo zio e la famiglia ci portavano in visita al laboratorio e alla fiera di Bologna. Ogni anno era l'emozione, da principio d'infanzia, di volare su le scale mobili, di ridere per gli artisti vestiti in modo particolare, di riconoscere una prima diversità nell'identità delle persone, che non erano più come mamma e babbo, e che ogni parola, visione, percezione, poteva avere un altro senso. Arte fiera, portava un soffio di mondo e di grandezza alla mia piccola vita di provincia, tra Piratello e Imola. Vedevo per la prima volta i disegni di Schifano, i segni di Capogrossi, i tagli di Fontana, e capivo che oltre la carta, la tela, e il mondo, si poteva andare oltre, e soprattutto oltre a ciò che vedevamo. Le parole, i libri scelti meticolosamente da mio zio, e la loro conseguente vendita, solo per la maledettissima questione dei soldi, perchè altrimenti era solo poesia, ogni gesto della nostra vita; e di parole ne ho lette, privilegiando i grandi classici e la poesia totale; ma sempre grazie a quel mito dello zio Carlo, ho scoperto da 15 anni in qua la POESIA VISIVA, e anche se molte volte lascio in disparte questa breccia del mio spazio, penso che la poesia visiva sia parte di me come la pittura o la fotografia, ma a volte ne sono gelosa, la tengo per me e voglio che non diventi di moda e rimanga la mia intima arma segreta per cambiare il mondo, dachè l'arte da sempre cambia il mondo per la sua capacità di far vedere le cose in un altro modo..E sono convinta che è l'unico modo per cambiarlo.
Ma per quelli che non hanno avuto mio zio e un mondo come il mio spiego: (da Wikipedia):
La poesia visuale, anche detta poesia visiva, nasce da tutte quelle sperimentazioni artistiche e letterarie compiute in modo diagonale nel clima della nuova avanguardia degli anni sessanta e anni settanta del XX secolo.
L'intreccio tra la scrittura e l'immagine, tra la parola e il segno iconico hanno origini molto antiche.
Tra la parola che designa l'oggetto e la traccia che lo disegna c'è un forte legame e già gli australiani aborigenii del nord pensavano che fosse impossibile potersi rapportare con il mondo senza possedere un'immagine mentale di ciò che ci circonda e senza formularla con un linguaggio grafico o pittorico.
Costoro infatti avevano l'abitudine di dipingere la preda prefissa su una roccia prima di andarla a cacciare per poter apprendere la consapevolezza di essa tramite l'atto della figurazione...
...E ora non resta che guardare, e leggere in un altro modo, se potete, se volete, se l'amore riesce ad andare oltre la pagina scritta, il bordo, il confine, lo stato, il tracciato.
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=26991
(questo è il link di una collettiva mia e di altri artisti a Bologna al circolo Sesto Senso in via Petroni)
p.s. Anche l'esame all' Accademia con l'intellettuale Sandro Sproccati mi fu fatale, e un 24 su quel libretto poteva essere anche un 2 per quel niente che sapevo sull' oceano della P.V...e non si finisce mai d'imparare..

30.3.09

PIACERI



Il mio ideale di serata: aperitivo davanti al Masini, e kebab in piazzetta delle Erbe. Se è domenica Bloody Mary, se è lunedì Prosecchino, se è venerdì Martini Cocktail..Ma bevo solo nei giorni che finiscono con la Y

DOMENICA POMERIGGIO



E' sempre molto difficile la domenica pomeriggio, chissà perchè..Così famiglia, così spalle al muro su qualsiasi fronte, interrogati da ogni frustrazione e nudi sull'ora legale con luce in più per non nascondersi. Cominciano i rimorsi dalla mattina, di aver bevuto troppo, parlato troppo, dormito troppo, amato troppo. Passeggiando per Ravenna ho incontrato un ragazzo che era venuto a fare il corso di foto a Methoni, allora aveva una luce speciale negli occhi, e coglieva scatti da pelle d'oca, oggi mi ha detto che ha passato 6 mesi non so dove a scrivere un libro di poesie in cui non crede perchè erano solo malinconie da domenica pomeriggio adolescenziali..Mi ha salutato con la faccia spenta, senza entusiasmo per niente, e allora come altri, questi passi sulla strada, passi che sono già morti, continuano a passeggiare.

22.3.09

LOST IN TRANSLATION

Devo tradurre l'alfabeto della nostra poesia, come un viaggio in cui oltre il viaggio non esiste niente.
Giro, le pagine di un passato di acqua sporca e sabbie mobili, Rido a giorni azzurri e iridescenti, Miro ai tetti lucenti di Atene, con in bocca la tua malinconia e il tuo vento nei tuoi passi da montagna e laghi. Rosa Tiepolo dentro di me, gioco di farfalle e aquile a beccare il mio cuore. Come una formica su di un cammino di istanti spezzati e consumati. Amo, con la trasparenza di un filtro di vetro, di spazio, di cielo. Amo ogni pagina di questa perfetta composizione di luce che indosso. Inchiostro su una pelle che non posso decifrare e baciare. Scrivo una poesia dove l'amore è l'unica pagina che non riesco a finire.

7.3.09

E CAMI HA FATTO 30!



Beh i 30 sono un bel giro di boa, e mi viene in mente la Cami con un pitone attorno al collo, qualche anno fa al Clan destino, come stasera,(al Clan, non col boa) sempre qui da più di 15 anni, la mattina da buco a scuola con la Maria al bancone e oggi con Morena per i nostri aperitivi-discorsi-catastrofi-ribellioni-concerti-malefatte!!!!
A 30 io ho fatto Viola, quindi si, la vita è cambiata, anche Faby concorda, e mi ha detto che le mancava solo di cambiare il nome a 30 anni...Tanti amici vecchi e nuovi, siamo cresciute anche in bellezza no? Io sono anche riuscita a infilarmi i miei jeans del 99!(con scritto: l'anima ti ho rubato e il tuo cuore imprigionato)..Dopo i 30 e la creatura...a tal deg! Quello che mi piace del Clan è che ci si sente al centro del mondo o come a Ny o a Londra, per qualche ora un pò dark e un pò da sballo. Quello che mi piace è che ci sentiamo sempre amici. Ovunque e come siamo.

4.3.09

APRILE AMORE


.....

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre quest’attimo.



MARIO LUZI

Da Primizie del deserto [1952]

16.2.09

MIA XARA (una gioia)



I cd appesi nelle terrazze di Atene, si specchiano su quelli del balcone della finestra di fronte, non voglio neanche sapere perchè esiste questa usanza curiosa, so solo che mi piace e la voglio ricordare.

Poesia

Chiudo il tuo libro,

snodo le mie trecce,

o cuor selvaggio,

musico cuore…



con la tua vita intera

sei nei miei canti

come un addio a me.



Smarrivamo gli occhi negli stessi cieli,

meravigliati e violenti con stesso ritmo andavamo,



liberi singhiozzando, senza mai vederci,

né mai saperci, con notturni occhi.



Or nei tuoi canti

la tua vita intera

è come un addio a me.



Cuor selvaggio,

musico cuore,


chiudo il tuo libro,

le mie trecce snodo.

Sibilla Aleramo a Dino Campana, Mugello, 25-7-1916